Buste esplosive, arrestati tre anarchici: nel mirino anche il direttore di San Vittore

Giacinto Siciliano indicato in un volantino come possibile bersaglio

Giacinto Siciliano, direttore del carcere di San Vittore

Giacinto Siciliano, direttore del carcere di San Vittore

Milano, 21 maggio 2019 - I carabinieri del Ros hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di tre anarco-insurrezionalisti, autori di attentati esplosivi inseriti nella campagna di lotta contro la repressione del giugno 2017. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Milano, hanno accertato come gli autori si fossero riuniti a Genova per la spedizione di tre pacchi esplosivi recapitati al Palazzo di Giustizia di Torino e indirizzati a due pm della Procura subalpina. 

In manette sono finiti Giuseppe Bruna, 49 anni, originario di Agrigento ma trapiantato a Ferrara; Robert Firespoor, iraniano di 23 anni che lavorava come inferemiere in una struttura sanitaria del Modenese e attivista del laboratorio libertario Ligera di Modena; Natascia Savio, 35enne torinese, arrestata in Francia, poco lontano da Bordeaux, dove stava lavorando come stagionale nel settore viticolo. Ledue buste esplosive su cui hanno indagato i carabinieri del Ros erano arrivate il 7 giugno 2017 ed erano indirizzate ai pm Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna. Entrambi i magistrati si occupavano di terrorismo ed eversione. Sparagna, in particolare, aveva coordinato l'inchiesta per  terrorismo, chiamata 'Scripta Manent', sugli anarchici delle Fai-Fri. Le due buste, che contenevano fili elettrici, polvere da sparo e una batteria ed erano in grado di esplodere, avevano un timbro postale da Genova. Come mittente riportavano, evidentemente in maniera fittizia per tentare di eludere i controlli, i nomi di avvocati. L'area interna del Palazzo di Giustizia venne chiusa per permettere agli artificieri di neutralizzare gli ordini in sicurezza. Le indagini, almeno in un primo momento, riguardavano una busta analoga indirizzata agli uffici di Roma del Dap (il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria).

Uno dei possibili obbiettivi dei tre anarco-insurrezionalisti arrestati sarebbe stato anche il direttore del carcere di San Vittore Giacinto Siciliano, che per molti anni ha guidato il penitenziario di Opera. E' quanto si evince da un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare: "L'indicazione del direttore della casa di reclusione di Opera, Giacinto Siciliano, quale plausibile mittente del plico e gli ulteriori elementi emersi dalle indagini - scrive il gip Stefania Pepe - attestano che l'attentato e' stato determinato anche dalla volonta' di vendicare il supposto inumano trattamento che il sistema penitenziario, nella persona di Siciliano, avrebbe riservato al compagno anarchico Maurizio Alfieri". Siciliano "era ritenuto responsabile del severo trattamento penitenziario a cui Alfieri era sottoposto e del trasferimento alla casa circondariale Poggioreale di Napoli, che si riteneva fosse stato disposto a scopo punitivo". L'indicazione di Giacinto Siciliano come possibile obiettivo emerge da un volantino agli atti dell'indagine in cui si legge che "i diretti responsabili" dell'"accanimento nei confronti di Maurizio Alfieri sono da individuare nel direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano, che ha deciso, sono parole sue, di farlo murare vivo trasferendolo a Poggioreale con il benestare del direttore del carcere napoletano, Antonio Fullone". Il foglio si conclude con una dichiarazione di 'guerra': "Noi, che vogliamo la distruzione di questo mondo di sbarre e chiavistelli, non possiamo permettere che Maurizio subisca tutto questo senza reagire".

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