Ammazzò la moglie a coltellate Perizia psichiatrica sul killer

Sarà il medico legale a stabilire se il 65enne Aurelio Galluccio era in sé quando colpi la donna che l’aveva appena denunciato

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"Se sono dispiaciuto? Di più... io sono... morto". Risponde così ai giudici Aurelio Galluccio, 65 anni, imputato di omicidio volontario. Perché a morire fu in realtà la sua ex moglie, uccisa da lui un anno fa con numerose coltellate. "Non so, non ricordo nulla... c’è un buco nella mia mente... mi ero drogato..." continua nell’aula bunker Galluccio, che però ricorda che lei - dice - lo tradiva. Lo ripete in modo confuso, come confuso è nel complesso l’intero suo interrogatorio.

Chissà se è davvero confuso anche lui oppure no. La Corte ha già deciso che sarà una perizia psichiatrica a chiarire i dubbi sulla sua reale capacità di intendere e volere al momento dei fatti,quando Galluccio, dopo l’ennesima discussione in casa della sua ex consorte prese un coltellaccio e la ammazzò.

Fu il primo omicidio da “codice rosso“ in città, commesso cioè subito dopo l’entrata in vigore delle norme che accelerano la procedure e i tempi in caso di denunce per reati contro donne e minori. Perché Adriana Signorelli, la vittima 59enne, quattro giorni prima di essere uccisa aveva proprio presentato denuncia per le ripetute minacce dell’ex coniuge. Il “codice rosso“ non aveva funzionato, dovettero ammettere i magistrati: tempi troppo ravvicinati, non c’era stato modo di riuscire ad evitare il peggio, si difesero.

Nella sua poco lucida confessione davanti alla Corte (presidente Ilio Mannucci Pacini), Galluccio ha spiegato che voleva morire pure lui, dopo essersi reso conto di quello che aveva fatto. Voleva andare a sbattere con la macchina contro il muro sottocasa, ha detto. Un’azione che invece i poliziotti intervenuti sul luogo dell’omicidio interpretarono come un tentativo di investimento ai loro danni.

Nel condominio di via San Giacomo dove abitava la donna, i residenti avevano addirittura creato una chat su whatsapp per tenersi informati sui movimenti sospetti di Galluccio. E questo perché a novembre 2018 l’uomo aveva rischiato di far saltare il palazzo con la sua bombola d’ossigeno (che ha sempre con sé per problemi respiratori) quando aveva incendiato la porta dell’appartamento della moglie alla quale poco prima aveva anche rubato l’automobile. Dopo l’episodio, Galluccio era stato fermato ed era finito nel reparto di psichiatria del San Paolo.

Già nella primavera del 2012, nonostante fosse ai domiciliari, si era recato al Policlinico dopo una lite con Adriana e per tornare a casa aveva rubato un’ambulanza dall’ospedale. Due anni dopo era finito in carcere per maltrattamenti in famiglia quando, appena un mese prima, era stato scarcerato per aver picchiato il figlio della donna, che proprio non riusciva a tagliare definitivamente i ponti con lui.

Lo scorso anno, nella notte fra il 31 agosto e il primo settembre, ecco la tragedia mai come in questo caso annunciata. A chiamare il 112 fu la figlia della vittima, che non riusciva a entrare nell’abitazione. E quando gli operatori del 118, i pompieri e la polizia arrivarono sul posto, Galluccio secondo l’accusa tentò di fuggire in auto tentando di investire alcuni agenti e finendo fuori strada tra il marciapiedi e l’aiuola.

Mario Consani

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