Amianto killer alla Breda-Ansaldo, assolti gli ex manager

Alla lettura del verdetto, esplosione di rabbia da parte dei familiari delle vittime: "Questa è giustizia di classe"

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Milano, 15 giugno 2017 - Assolti gli 8 ex manager della Breda Termomeccanica - Ansaldo a processo con l'accusa di omicidio colposo per la morte di una decina di operai esposti ad amianto nello stabilimento di viala Sarca tra gli anni '70 e il 1985. Il pm di Milano Nicola Balice aveva chiesto di condannare i manager a pene dai due ai quattro anni e undici mesi di reclusione. Nella sua lunga requisitoria, che ha richiesto tre udienze, Balice ha parlato di condotte "gravemente colpose" da parte degli imputati, che "sapevano di mettere a rischio i lavoratori" e che "se ne sono infischiati fino al 1985" delle norme sull' amianto. "Dopo la lettura del verdetto è esplosa la rabbia dei familiari dei morti: "Questa e' una giustizia di classe - ha detto uno di loro - le vittime pagano e gli assassini restano impuniti". Con l'assoluzione, le parti civili Inail e le associazioni Medicina Democratica e Aiea non hanno visto accolte le richieste di risarcimenti. 

La sentenza di assoluzione di questa mattina è l'ultimo dei recenti verdetti di assoluzione pronunciati al Tribunale di Milano, nei confronti di manager accusati di omicidio colposo in relazione alla morte di lavoratori a causa dell'amianto. Lo scorso 12 maggio, il Tribunale ha prosciolto con formula piena Paolo Cantarella e Giorgio Garuzzo, rispettivamente ex ad e ex presidente di Fiat Auto, in relazione a 10 casi di operai deceduti per forme tumorali provocate dall'esposizione all' amianto dopo avere lavorato nello stabilimento dell'Alfa Romeo di Arese. Lo scorso febbraio, la Corte d'Appello di Milano ha assolto anche quattro ex manager Enel imputati di omicidio per la morte, tra il 2004 e il 2012, di otto lavoratori della centrale dell' azienda a Turbigo, in provincia di Milano.

Nel novembre scorso, i giudici d'appello hanno ribaltato la sentenza di condanna di primo grado nei confronti di 11 manager Pirelli, condannati in primo grado per la morte di una ventina di lavoratori per mesoteliomi provocati dall'esposizione all'amianto nei due stabilimenti milanesi di viale Sarca e di via Ripamonti fra gli anni '70 e '80. I familiari e gli amici dei lavoratori presenti in aula, tra cui il portavoce del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, Michele Michelino, hanno espresso la loro insoddisfazione per il verdetto esponendo uno striscione con scritto 'Per ricordare tutti i lavoratori uccisi in nome del profittò. "La legge non è uguale per tutti - hanno gridato dopo la lettura del dispositivo - e al Tribunale di Milano le vittime pagano e gli assassini rimangono impuniti. Questa è giustizia di classe".

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