Milano, ambulatorio di quartiere nei caseggiati di San Siro

Un presidio sociosanitario con medici, infermieri, psicologi e fisioterapisti per valutare i bisogni dei residenti ma anche prevenire la violenza domestica

Alessandro Mattinzoli, assessore alla Casa, e Letizia Moratti, vicepresidente lombarda

Alessandro Mattinzoli, assessore alla Casa, e Letizia Moratti, vicepresidente lombarda

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Milano - Un ambulatorio sociosanitario territoriale nel quartiere San Siro, all’interno dei caseggiati popolari gestiti da Aler. Ad inaugurarlo sono stati, ieri in piazzale Selinunte, Letizia Moratti, vicepresidente della Regione con delega al Welfare, e Alessandro Mattinzoli, assessore regionale alla Casa. Nel dettaglio, la struttura e i suoi servizi rientrano nel progetto “C.A.S.A“ (Centri Aler per i Servizi Abitativi) e vi sono coinvolti, oltre alla Regione e alla stessa Aler, la ASST Fatebenefratelli Sacco e l’ATS Città Metropolitana. "Mettiamo a disposizione luoghi Aler per la sanità, creiamo servizi che sono avamposti per la riforma sanitaria – spiega la Moratti –. Qui saranno offerti al quartiere servizi di valutazione del bisogno e di orientamento. Siamo partiti a Milano con i quartieri Molise, Mazzini, Gratosoglio e ora San Siro. Il prossimo sarà il Loretenggio. In questi servizi lavorano figure professionali come medici, infermieri, psicologi e fisioterapisti che possiamo definire medici, infermieri, psicologi e fisioterapisti di quartiere". Altro servizio che dovrà caratterizzare questi presidi è la "telemedicina".

Quanto alle attività di ASST Fatebenefratelli Sacco, sono iniziate con la campagna vaccinale dedicata agli abitanti dei quartieri. A seguire altri servizi come l’infermiere di comunità, il progetto di telemonitoraggio e telemedicina, con una parte dedicata all’assistenza psicologica e psichiatrica. Infine l’inserimento, sempre all’interno degli spazi C.A.S.A., di ambulatori di medicina generale. A completare questa funzione socio-sanitaria anche progetti dedicati al contrasto alla violenza domestica.

«Questo è un progetto di grande valore – sottolinea Mattinzoli –, però c’è dell’altro. Da parte di Aler e da parte dell’assessorato alla Casa c’è infatti la volontà di un nuovo Patto sociale per la casa. Non più intesa solo come il perimetro delle quattro mura ma articolata su tre aree di intervento. La prima è quella del presidio territoriale con i Community manager. La seconda è la promozione della salute di comunità, che vuol dire anche prevenzione e contrasto alla violenza domestica. La terza è il presidio commerciale. Per noi è un grande investimento perché produce valore non solo nel presente ma anche nell’immediato e soprattutto nel futuro". Critica Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd: " Quello che è emerso oggi (ieri ndr ) e che si evince dalla delibera sul potenziamento dei servizi sociali e di welfare nei quartieri popolari sono solo poche idee e confuse. L’unica certezza è che non c’è traccia di sedi a costo zero per i medici di base nei quartieri ad alto disagio sociale, come il Giambellino".

 

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