Alleanza per Rocca Brivio "Il Fai è l’unica speranza"

Il comitato chiede il sostegno dei sindaci di San Giuliano e San Donato per la campagna “I Luoghi del Cuore“: sul tavolo c’è il futuro del maniero

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È nata una cordata per salvare Rocca Brivio: sindaci, associazioni e cittadini stanno lottando per allontanare lo spettro della messa in liquidazione dell’antico gioiello del Sud Milano. A trainarla, il neonato comitato “Amici del Cuore di Rocca Brivio”: un’iniziativa spontanea nata nei giorni scorsi e che in poco tempo ha già riscosso adesioni di pregio. Dal Wwf all’associazione Slow Food, l’osservatorio permanente contro il consumo di suolo nel Sud-Est Milano. L’obiettivo è scalare le classifiche della campagna nazionale “I Luoghi del Cuore”, così da spingere il Fai a investire sul futuro della Rocca. "Il Fai ha lanciato l’iniziativa il 6 maggio e, in poche settimane, abbiamo già raccolto 940 voti, conquistando il 24esimo posto della classifica", spiega il sandonatese Innocente Curci, promotore del comitato.

"Ho chiesto ai sindaci di San Donato e San Giuliano di sostenerci – continua –: se nei prossimi mesi ci aiutassero a promuovere la campagna di adesioni nelle scuole, nelle biblioteche o nell’atrio dei municipi, potremmo farcela. L’obiettivo è arrivare nei primi dieci posti, avremmo così la possibilità di realizzare un progetto con il Fai". La campagna chiuderà a metà dicembre, mancano sette mesi per tentare il miracolo. Dopo tre gare pubbliche andate deserte, nei prossimi mesi il maniero seicentesco dovrà essere messo all’asta per ripianare i debiti accumulati dalla società pubblica Rocca Brivio Sforza, di cui Cap Holding detiene il 51% e le altre quote sono suddivise tra San Donato, San Giuliano, Melegnano e per una parte residuale dall’omonima associazione. "Non sarà facile, ma è un tentativo da fare – commenta il sindaco di San Giuliano, Marco Segala –. La situazione della Rocca è complicata, la Corte dei Conti sta spingendo per mettere in liquidazione la società. Abbiamo indetto delle gare, ma nessuno si è mai fatto avanti, a spaventare i possibili acquirenti è una vecchia perizia che valuta il bene in 2,7 milioni".

La messa all’asta sembra un passaggio obbligato, da fare entro l’anno. "Finora il Fai non è sembrato interessato a subentrare – continua Segala -, il sindaco di Melegnano ha avuto dei contatti, ma non c’è stato nessun segnale di apertura. Il Fai accetta donazioni, ma come enti pubblici abbiamo le mani legate, non possiamo regalare il bene". Una donazione potrebbe far ravvisare alla Corte dei Conti un danno erariale. "A dicembre del 2016, San Giuliano ha versato nella società 130mila euro per ripianare i debiti – ricorda Segala – e così hanno fatto gli altri Comuni. In mancanza di alternative, dovremmo ricorrere all’asta. Non siamo nelle condizioni economiche di fare molto". Si può votare sul sito fondoambiente.it.

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