Scuola, sos dei presidi: "Stressati da carte e genitori"

Il 92% si sente "scarsamente valorizzato", record negativo in Europa

Da sinistra Bruno Belletti, Silvana Milioni Elena Maga Paola Serafin

Da sinistra Bruno Belletti, Silvana Milioni Elena Maga Paola Serafin

Milano, 5 dicembre 2018 - Vita da preside. Sempre più carte da riempire, sempre più scadenze da rispettare, senza contare che nel “pacchetto autonomia” per le scuole sono comprese più responsabilità in materia di sicurezza ma anche di manutenzione, privacy e anticorruzione. Se a questo si aggiunge il rapporto non proprio idilliaco con certi colleghi, studenti e famiglie, fenomeni delicatissimi da gestire come il bullismo e i vaccini, il mancato rinnovo del contratto di categoria (fermo al 2009), stipendi più bassi rispetto ad altri dirigenti e la reggenza di più scuole contemporaneamente, si capisce quanto la quotidianità sia una corsa a ostacoli.

Quanto i presidi siano stressati, per rendere meglio l’idea. Eppure, nell’immaginario, restano «soggetti portatori di stress», peraltro con l’aura di autorità indebolita rispetto al passato. Il disegno che ne esce è quello di una figura ingabbiata da responsabilità e sempre più impossibilitata a dedicarsi alla parte educativa e creativa del proprio lavoro. A quella parte, insomma, che ne dovrebbe essere il cuore.

Di «problematiche dello stress da lavoro correlato» si è parlato ieri alla sede di Cisl scuola di via Tadino 23. Prima, un dato: da un’indagine Talis a cui hanno partecipato 33 Paesi, è emerso che in Italia il 92 per cento dei dirigenti scolastici si sente scarsamente valorizzato nella società, contro una media del 56 per cento.

«Ci viene segnalato un aumento delle malattie correlate allo stress, pure per i dirigenti scolastici» sottolinea Paola Serafin, segretario nazionale Cisl scuola. Ora quindi la battaglia è far sì che «si individuino misure necessarie per ridurre lo stress, inserendole tra gli articoli delle relazioni sindacali del contratto area dirigenti, istruzione e ricerca», per il rinnovo del quale i sindacati si stanno battendo. «Questa è l’occasione giusta per affrontare il tema dello stress da lavoro correlato», aggiunge Serafin. Nello stesso tempo «chiederemo anche un’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa rispetto a quelle dei dirigenti dell’area Istruzione e Ricerca». In sostanza, l’obiettivo è far lievitare l’indennità annua dagli attuali 3.500 a oltre 12mila euro. Elena Maga, segretaria generale Ust Cisl Pavia-Lodi pone anche l’accento sul fatto che «il reclutamento del personale spesso non è adeguato al bisogno della scuola. Alla fine il dirigente si sente solo, rispetto alla massa di responsabilità pesanti che ha».

Preoccupanti anche certe proteste di mamme e papà, «che a volte arrivano a lamentarsi anche solo perché la classe di fianco ha scritto tre pagine di quaderno e quella del proprio figlio due». Quindi, «la bravura del preside spesso si misura della capacità di uscire indenne da una serie di problematiche e non da ciò che realizza». Il segreto è «raggiungere un equilibrio». Ma non è semplice. E lo stress, intanto, aumenta.

 

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