Milano, allarme Covid nell’ufficio comunale di via Pellico

Una dipendente si è sentita male, area della Ragioneria chiusa per sanificazione

L’ingresso della Ragioneria municipale dove si trova l’ufficio

L’ingresso della Ragioneria municipale dove si trova l’ufficio

Milano, 5 giugno 2020 - La macchina di Palazzo Marino si è rimessa in moto, verso un graduale ritorno alla normalità dopo il periodo del lockdown. Ieri, però, l’allarme è scattato in uno degli uffici comunali in via Silvio Pellico, sede della Ragioneria municipale e della Cassa civica. Una dipendente, secondo fonti sindacali, si è sentita male, accusando sintomi del coronavirus come difficoltà di respirazione. Sarebbe stata sottoposta al tampone e, nel frattempo l’ufficio dove si trova la sua postazione è stato chiuso per motivi precauzionali. "Si tratta di un’area non aperta al pubblico ma solo ai dipendenti – spiega il Comune di Milano – che è stata chiusa a causa di una sanificazione che avverrà a breve". E c’è preoccupazione tra i colleghi, che in questi giorni stanno rientrando gradualmente in ufficio dopo lo smart working. La pandemia, infatti, non ha risparmiato i dipendenti comunali. Sono 51 i casi accertati di cui 19 con "percorso sintomatologico importante". Due impiegati sono morti, per 26 il doppio tampone negativo ha certificato la guarigione. Ma numerosi casi sfuggono alle statistiche, per l’assenza del tampone.

Ha preso il via, intanto, la riapertura graduale di tutti gli uffici e i servizi comunali con misure di sicurezza al centro anche di un accorto tra Comune e sindacati. Tra le misure l’avvio di un progressivo piano di screening, attraverso test sierologici e tamponi, del personale dipendente a cominciare dalle 280 lavoratrici e lavoratori costretti all’isolamento domiciliare. Lo smart working continua a mantenere, anche in questa fase dell’emergenza, una significativa centralità nell’organizzazione del lavoro, considerati anche "i risultati più che positivi ottenuti dagli oltre 7.000 dipendenti che in questi mesi hanno reso da casa la propria prestazione lavorativa". Infine, per garantire il distanziamento sociale e il decongestionamento del trasporto pubblico, sono previste delle misure straordinarie di flessibilità, con ampliamento delle fasce di ingresso negli uffici a partire dalle 7.30 in poi e con la possibilità di lavorare anche il sabato per recuperare eventuali ore perse. Proseguono sulla strada del lavoro da remoto, con l’obiettivo di evitare possibili contagi, anche numerose imprese. Tra le altre Eni, che ha esteso il lavoro da casa fino al 31 luglio. Attualmente lo smart working coinvolge l’80-90% degli impiegati del colosso di San Donato. "L’eccezionalità del periodo – spiega Fabio Pennati, segretario generale Uiltec Lombardia – ha consentito di sperimentare le potenzialità dello strumento".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro