Aeroporto di Linate, Alitalia “scippa“ Airport Handling

Ritorno nello scalo milanese tra le polemiche per la decisione di usare personale interno: a rischio 250 posti di lavoro

Alitalia

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Milano, 1 agosto 2020 - Alitalia torna a Linate, ed è subito scontro con i sindacati per la decisione di gestire "in autoproduzione", con personale interno, le attività finora affidate ad Airport Handling, la società esterna che fornisce servizi di assistenza a terra agli operatori. Una svolta – temporanea secondo la compagnia – che ha fatto salire la temperatura in un settore già messo alla prova dal lockdown e dalla crisi del trasporto aereo. "Siamo molto preoccupati – spiega Giuseppe Ragusa, del sindacato Usb – e chiederemo un incontro a Enac. Questo modo di fare impresa distrugge il tessuto sociale dell’aeroporto".

L’allarme è legato all’impatto sui circa 250 lavoratori di Airport Handling che ruotano attorno ai servizi Alitalia a Linate: prima della chiusura dello scalo milanese per l’emergenza sanitaria oltre il 75% delle attività di handling della compagnia era svolto dalla società esterna. Il primo effetto è il mancato rientro al lavoro, dopo mesi di cassa integrazione. Il secondo, se l’internalizzazione del servizio dovesse diventare definitiva, potrebbe essere il licenziamento per motivi economici, quando verrà meno il blocco degli esuberi. Dietro la scelta di Alitalia, secondo il sindacato, ci sarebbe una volontà di risparmiare sui costi, introducendo "lavoro operaio negli aeroporti sottopagato e con contratti nazionali diversi dagli altri lavoratori".

La attività prima affidate alla società di servizi esterna verranno infatti gestite "con lavoratori Alitalia e con personale precario" con condizioni peggiori rispetto a quelle dei lavoratori di Airport Handling. "Se dovesse passare questo piano - spiega l’Usb – la maggioranza dei lavoratori di Airport Handling di Linate non rientrerebbe al lavoro. Questo creerebbe i presupposti, alla fine del periodo di cassa integrazione, per dichiarare gli esuberi. Ad Airport resterebbero soltanto le attività di carico e scarico bagagli mentre Alitalia, utilizzando precari, farebbe le attività di check-in e rampa. Così facendo Airport non sarebbe in grado di mantenere gli stessi standard attuali". Secondo Giuseppe Ragusa, Alitalia "non può pensare di contravvenire alle regole basilari del lavoro violando la clausola sociale".

Intanto la compagnia aerea fa sapere che si tratta di "una decisione temporanea, fino a quando il traffico aereo non si sarà normalizzato". Alitalia sostiene di aver affidato ad Airport Handling, durante il lockdown, le attività sui voli spostati a Malpensa. Ora, con il ritorno a Linate, dove il traffico è ancora dimezzato rispetto all’epoca pre-Covid, "abbiamo scelto di usare personale interno che finora è stato in cassa integrazione a zero ore, senza escludere completamente Airport Handling". Una mossa che, ad agosto, potrebbe accendere la miccia di proteste e mobilitazioni sindacali.  

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