Alessia Pifferi, i legali della madre omicida insistono: perizia psichiatrica

Nuova istanza affinché sia ammesso in cella il consulente nominato dai legali. Entro fine ottobre l’esito dell’autopsia sul corpicino di Diana, morta di stenti

Alessia Pifferi, 37 anni, ha fatto morire di stenti la figlia Diana, di 18 mesi

Alessia Pifferi, 37 anni, ha fatto morire di stenti la figlia Diana, di 18 mesi

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Milano - «Fate entrare il medico". I legali di Alessia Pifferi, la 37enne arrestata il 21 luglio per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni, hanno presentato un’altra richiesta al gip per far entrare in carcere uno dei docenti incaricati dalla stessa difesa di redigere una consulenza neuroscientifica e psichiatrica sulla donna. Una precedente istanza, con la quale la difesa chiedeva la possibilità di far accedere a San Vittore, per un colloquio, Pietro Pietrini, professore di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all’Università di Pisa, era già stata respinta dal gip Fabrizio Filice nelle scorse settimane.

Il giudice non aveva ravvisato motivi validi per consentire i colloqui con persone esterne e medici ai fini di una consulenza tecnica sullo stato di salute mentale della donna. E ciò perché agli atti dell’inchiesta, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dalla Squadra mobile, non c’erano allo stato elementi sulla base dei quali ipotizzare patologie psicofisiche della 37enne, accusata di omicidio volontario aggravato e assistita dagli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria.

Della nuova istanza si discuterà oggi nell’udienza davanti al gip, con la formula dell’incidente probatorio, per conferire ai periti l’incarico per gli accertamenti sul materiale sequestrato, tra cui il biberon trovato accanto al corpo della bimba. Analisi utili per verificare la presenza o meno di un tranquillante nel latte, dopo che nell’abitazione era stato sequestrato anche un flacone di benzodiazepine. Per l’incidente probatorio anche la Procura nominerà propri consulenti. Gli esiti finali degli esami autoptici e tossicologici eseguiti a luglio, invece, saranno depositati entro fine ottobre.

L’anatomopatologo e il medico incaricato degli esami tossicologici per accertare se la 37enne avesse fatto assumere alla figlia dei tranquillanti, hanno chiesto infatti più tempo per completare le loro relazioni. E dunque il termine, che in un primo tempo era stato fissato per fine settembre, ora è slittato a fine ottobre. «Sento il bisogno di avere la necessità di avere persone vicino a me; anche se giudicano male. Per parlare di oggi e del papà di Diana devo dire che non mi sento di esprimere nulla perché sono fatti così delicati che potrei parlarne solo privatamente a lui. So solo che vorrei poter tornare indietro a quel giorno per non uscire e riavere la mia bambina”

 

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