Un anno con 'Aldo dice': festa al residence sociale

Si celebra il primo compleanno nella nuova sede, una torre di dieci piani di proprietà privata occupata un anno fa dopo il trasloco da Sesto San Giovanni

Festa 'Aldo dice'

Festa 'Aldo dice'

Milano, 16 giugno 2017 - È festa al residence sociale «Aldo dice 26 X 1Z» di via Oglio 8 in zona Corvetto, casa per famiglie in difficoltà, quasi tutte sfrattate e ora in attesa di alloggio popolare. Si celebra il primo compleanno nella nuova sede, una torre di dieci piani di proprietà privata occupata un anno fa dopo il trasloco da Sesto San Giovanni, da un palazzo dismesso (sempre occupato) in cui il residence è rimasto per oltre tre anni. Ma si celebra anche il nuovo progetto di Aldo: «Vogliamo provare ad acquistare questo palazzo di via Oglio, che andrà all’asta, per poter proseguire il nostro progetto», spiega Wainer Molteni, coordinatore insieme a Laura Boy.

«Chiunque può contribuire acquistando mini azioni da 5 euro andando su buonacausa.org e digitando “Acquisto palazzo via Oglio”. La base d’asta è 5 milioni». Intanto, Aldo porta avanti la sua missione: sotto il nuovo tetto milanese oggi sono ospitate circa 200 persone, la metà bambini. Finora hanno trovato accoglienza oltre 1.200 persone, senza contare che 90 famiglie sono state accompagnate fino all’assegnazione regolare di una casa.

Ed è un'occupazione sui generis, questa, portata avanti da Clochard alla riscossa, Comitato diritto alla Casa e Unione Inquilini: «Quest’inverno abbiamo collaborato col Comune per ospitare i clochard del Piano antifreddo: ogni notte ne abbiamo accolti 20, offrendo loro cena e colazione», sottolinea Molteni. «E abbiamo distribuito oltre 3mila sacchi a pelo e centinaia di pasti gratuiti». In più il residence ha spalancato le porte a diversi (ex) minori stranieri non accompagnati, che fino alla maggiore età hanno avuto un posto in comunità e poi si sono ritrovati in strada. E grande soddisfazione è arrivata lo scorso aprile, quando il residence ha ottenuto un contratto per la fornitura temporanea di energia elettrica, «il primo documento che attesta il valore del nostro progetto nato in un palazzo occupato», sottolinea Laura Boy. «Ora il nostro desiderio è andare avanti con il nostro progetto, gratuito per i contribuenti e per l’amministrazione».

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