Al via il primo impianto d’Italia per la cellulosa bio

Cap firma il maxi progetto pilota a Truccazzano. L’estrazione avviene dalle acque di scarico grazie a un sistema di multifiltraggio

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Cellulosa per l’industria bio e l’edilizia dai fanghi di depurazione, a Truccazzano al via l’impianto pilota, è, nel suo genere, il primo in Italia e il secondo in Europa. A pieno regime produrrà mille tonnellate l’anno. La cellulosa, recuperata dopo un sofisticato trattamento, sarà reimpiegata per la produzione di compositi e biopolimeri nell’industria di plastica e bio plastica e nella produzione di materiale da costruzione, in primis asfalto. Firma il maxi progetto pilota il gruppo Cap: "Così continuiamo a sperimentare modelli di economia circolare". La fase d’avviamento del nuovo impianto è partita da alcune settimane. Durerà 5 mesi "durante i quali - così una nota di Cap Holding - con la collaborazione del Politecnico di Milano, si adatterà la tecnologia innovativa, che porta la firma dell’olandese CirTec, al processo di depurazione, testando performance e qualità della materia prima estratta". Un progetto, si prosegue, dai numeri importanti: in questa fase d’avvio l’impianto produrrà 150 chilogrammi di cellulosa (derivanti principalmente dalla carta igienica), l’obiettivo è arrivare a pieno regime alle mille tonnellate annue. In impianto la cellulosa viene estratta dalle acque di scarico grazie a un sistema di multi filtraggio, poi ripulita e disidratata. "Un processo - ancora Cap - che ha un impatto positivo anche sulla successiva fase di depurazione, perché le acque reflue prive di cellulosa sono più facili da trattare. La rimozione delle sostanze inquinanti risulta maggiormente efficace e produce risparmio energetico, a tutto vantaggio dell’ambiente".

Il nuovo impianto rappresenta un nuovo tassello del cammino della holding, gestore del servizio idrico integrato nella Città Metropolitana, verso la carbon neutrality prescritta dalle direttive nazionali ed europee. "I fanghi e le acque reflue - spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP - rappresentano una fonte preziosa di materie prime seconde sulle quali abbiamo previsto di investire oltre 80 milioni di europei prossimi 5 anni, integrando le nostre competenze con quelle di aziende italiane e internazionali in un’ottica di green e open economy. Tutto a beneficio della comunità e del territorio: ridurre il volume dei fanghi dell’87% e le emissioni di CO2 del 40% secondo le linee guida del nostro Piano di Sostenibilità, significa ridurre i costi in bolletta e migliorare l’impatto ambientale". Da un paio di anni la cellulosa è oggetto di un progetto industriale che coinvolge Novamont, leader italiano nel settore dei Chemicals, e CAP nella sperimentazione del butandiolo.

Monica Autunno

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