Al Gerolamo si prova a "Volare"

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Non è uno spettacolo nuovo. Ma è uno spettacolo da vedere. A conferma di come alcune scelte intelligenti legate al repertorio, possano dare la possibilità a un pubblico più vasto di intercettare tanti lavori di qualità. Spesso messi da parte troppo velocemente da un sistema teatrale che spinge forte sui debutti. Bello quindi ritrovare nel weekend al Gerolamo "Io provo a volare" di Gianfranco Berardi, vero istrione da palcoscenico nonostante la cecità che l’ha colpito da ragazzo. In questi anni il teatro dell’attore pugliese è diventato un piccologrande cult del circuito off, trovando consacrazione in diverse collaborazioni di prestigio. E in un numero imponente di repliche in tutta Italia. Qui era agli esordi. Con un lavoro diretto da Gabriella Casolari che è una sorta di omaggio a Domenico Modugno, le cui vicende si intersecano con quelle autobiografiche di un figliolo che parte dalla provincia in cerca di fortuna. Ma niente valigia di cartone o melodrammi strappalacrime. Dominano la scena le musiche dal vivo del cantautore e una freschissima ironia. Insieme al talento di Berardi, che catalizza l’attenzione del pubblico e non la molla più. Molto raccontando della passione e delle fatiche dei lavoratori dello spettacolo (ma non solo). E di un mondo in profondo cambiamento. Che ogni tanto sembra perdere contatto con la poesia. Due sole repliche. Domani alle 20 e domenica alle 16. In cui si potrà usufruire anche di un’audiodescrizione integrata, con l’obiettivo ovviamente di rendere più completa l’esperienza teatrale agli spettatori non vedenti. Una sperimentazione che arriva per la prima volta a Milano. Grazie alla collaborazione con la Civica Scuola Interpreti e traduttori Altiero Spinelli e all’App Converso® di Donato Velardi. Due semplici passaggi tecnici e si potranno trasformare le immagini in parole e suoni. Un’ottima iniziativa. Diego Vincenti

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