Al confine con l’Italia si alza il canto: Bella ciao

A intonare il brano simbolo della Resistenza i 50 profughi in viaggio per Milano. L’esercito in divisa e quello dei volontari hanno tentato di farli sentire al sicuro

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Un carico di umanità dolente ma decisa a resistere. È rientrata a Milano la carovana umanitaria “Odissea per la pace 2“ organizzata da Chiesa ortodossa di Milano, Chiesa evangelica di Baranzate, associazioni Cleanbusters, Noah e Milano Sospesa. Il convoglio umanitario, partito da Milano giovedì e composto da 11 mezzi, dopo il confine di Stato con la Slovenia si è diviso in due tronconi. Il primo con generi di prima necessità e medicinali si è diretto a Cernivci (Cernauti) in Ucraina. Il secondo composto da un van, un’ambulanza e un pullman ha raggiunto Eradea (Romania) dove sono arrivati migliaia di profughi. Da qui è partito il viaggio di ritorno verso l’Italia con 50 profughi, donne e bambini. Per l’equipaggio sanitario al seguito della carovana umanitaria è stata una missione impegnativa. Ha svolto controlli sanitari di primo livello sulle persone incontrate nei centri di accoglienza. Uno dei principali era stato allestito nella chiesa Bbso (Biserica baptista speranta) guidata dal pastore Cristian Sonea che con l’aiuto di Nicu Gal e di un centinaio di giovani volontari ha dato assistenza a tutti con pasti caldi e un posto per dormire, abbigliamento e parole di conforto. Verso sera il convoglio è partito alla volta di Milano: ancora 20 ore di strada. Alla partenza un coro di ragazzi romeni ha cantato per i profughi e poi tutti insieme hanno intonato l’inno nazionale ucraino. Per i profughi i romeni hanno preparato cestini da viaggio; una mela, un panino, biscotti e acqua. Arrivati al confine fra Austria e Italia un momento emozionante: donne e bambini hanno intonato “Bella ciao”.

Ed è stata commovente l’accoglienza da parte di un esercito di volontari della protezione civile italiana che ha offerto loro bevande calde, brioche e assistenza mentre la polizia controllava tutti i passaporti. E anche i militari, inevitabilmente in assetto di guerra, sono riusciti a strappare sorrisi ai bambini, ancora terrorizzati dall’orrore della guerra. La colonna è arriva in serata a Milano alla Chiesa ortodossa retta da monsignor Avondios, dove ad attendere i profughi c’erano le famiglie che li ospiteranno nelle loro case. Mas.Sag.

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