Non è un respiratore qualunque quello consegnato ieri all’ospedale dei bambini Vittore Buzzi di Milano, dono dell’Asm onlus. Non lo è perché è una macchina hi-tech che può essere utilizzata per la ventilazione meccanica tradizionale, se necessaria, ma anche in maniera meno invasiva "per un supporto parziale a un paziente che è in grado in parte di respirare", spiega il dottor Gianluca Lista, direttore della Neonatologia, patologia e terapia intensiva neonatale. Sono neonati, i pazienti ai quali è destinato il nuovo ventilatore, in particolare i prematuri: la Sin (Società italiana di Neonatologia) stima che ne nascano trentamila ogni anno in Italia, e il Buzzi, ricorda il primario, "è una realtà a forte vocazione non solo pediatrica ma anche materno-neonatale riconosciuta nel mondo, con una terapia intensiva neonatale che è un punto di riferimento". Come due anni di pandemia hanno insegnato anche ai non addetti ai lavori, la ventilazione meccanica invasiva, per quanto terapia salvavita per i malati più gravi, se prolungata può provocare anche agli adulti un danno polmonare. Ancora più delicata è la situazione dei prematuri, che a respirare da soli non hanno ancora imparato: tra le molte cause della displasia bronco-polmonare, una malattia cronica del neonato, il danno che può essere provocato dal ventilatore è ritenuto un "fattore significativo", ricordano dalla Asm che da quarant’anni si occupa di prevenzione, promozione della ricerca e del miglioramento delle cure delle patologie neonatali. Il respiratore avanzato donato al Buzzi "è il primo acquistato con i fondi che abbiamo raccolto attraverso una campagna, “Diamo respiro alla vita dei neonati prematuri” - ha spiegato la presidente della onlus Marinella Di Capua –. Vogliamo contribuire ad assicurare un’assistenza all’avanguardia ai neonati prematuri ed ultraprematuri non ancora in grado di respirare autonomamente e ai loro genitori, che potranno avere una più concreta speranza di ...
© Riproduzione riservata