Al banco, al tavolo o a casa Vino sfuso: torna la passione

Una tradizione del passato. L’idea di successo. di Ferdinando Carnà

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Cassano città delle acque ma anche punto di riferimento in Martesana della vendita di vino sfuso, un consumo sempre più giovanile che fa parte ormai a pieno titolo dell’ happy hour al bar. Si ritorna dunque a vivere le tradizioni del passato, la scelta del vino sfuso è oggi un qualcosa che ci riporta indietro all’epoca in cui era consuetudine recarsi dai piccoli produttori di vino per acquistarlo sfuso in damigiana per poi imbottigliarlo a casa.

Con le sue 42 spine pronte ad erogare altrettanti tipi di vino che soddisfano anche il palato più esigente dei consumatori il "Vino Rosso", esercizio pubblico di Cassano d’Adda, risulta essere in Martesana il più grande e ben fornito distributore di vino sfuso servito: al banco, al tavolo o da portare a casa confezionato in bag, in box. L’idea imprenditoriale di successo la si deve al 53enne Ferdinando Carnà (nella foto). "Tutto nasce dalla mia passione verso questo tipo di attività che apriva a nuovi orizzonti di business in questa zona - spiega l’imprenditore -. Le vinerie non mancano di certo, si trattava quindi di diversificarsi e distinguersi in qualche modo con le attività già presenti sul mercato. Ecco quindi l’idea di un locale con numerose spine per servire diversi tipi di vino sfuso". Da sei anni sul mercato, il suo punto vendita è diventato luogo di riferimento per giovani e meno giovani.

"Direi che che l’idea di mettere a disposizione vini sfusi di qualità - continua - è stata apprezzata da molti. Oltre al consumo al banco o al tavolo, c’è poi chi preferisce portare a casa il vino in bang, in box o in bottiglia. Un servizio questo che aiuta anche a non accumulare rifiuti, molto apprezzato anche dagli operatori del Cem perchè di fatto si riutilizza sempre lo stesso contenitore". Con la media di 2000 litri di vino al mese venduti, Ferdinando Carrà ci dice che il vino sfuso non è più, dunque, considerato prodotto di seconda categoria scelto un tempo solo da chi non poteva permettersi vino in bottiglia considerato di migliore qualità.

Stefano Dati

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