Ai confini della realtà e...del giardino

Claudio

Negri

Un’ombra, un lampo, un boato. Cos’è passato sulle teste degli abitanti di un sobborgo residenziale, in un tardo pomeriggio di fine estate? Siamo nella ricca e quieta provincia americana del 1959: villette, giardini. E’ sabato. C’è chi va a spasso, chi tosa l’erba, chi lava l’auto. La cuspide del benessere dell’Occidente. Dall’Illinois alla Brianza, viene da aggiungere. E l’ombra, il lampo, il boato? E’ solo un episodio (“Mostri in Maple Street”) della vecchia e gloriosa serie televisiva “Ai Confini della Realtà”. C’entrano gli alieni, ma in modo subdolo. Il motorino d’avviamento delle auto gira a vuoto, nelle case la corrente viene e va, anche le radio a batteria tacciono, i telefoni pure. Che succede? Il vicinato fa capanelli, si tentano spiegazioni rassicuranti, ma monta l’inquietudine. “Oh be’, io vado in centro a vedere” annuncia un bonario, attempato vicino. “Non ci vada!” gli urla un ragazzino: ha appena letto un racconto di fantascienza dove gli alieni preparano l’invasione lasciando al buio e senza comunicazioni città e campagne. Un luogo comune, visto e rivisto in centinaia di film, letto e riletto su svariate riviste di genere. Ma siamo solo nel 1959, c’è ancora tempo per spaventarsi davvero. Non passerà un’ora e tutti gli abitanti del quartiere, in preda a una crescente e incontrollabile isteria, finiranno per accusarsi l’un l’altro di essere in combutta con gli alieni (“Perché è tornata la corrente solo a casa tua?”) . Sospettato numero uno è un vicino schivo e taciturno: “Ti ho visto in giardino, di notte. Guardavi le stelle. Come se stessi aspettando qualcosa o qualcuno”. Lui soffre solo di insonnia, ma vallo a spiegare: il quartiere si è già trasformato in uno scannatoio. Peggio (o quasi) di una riunione condominiale. E gli alieni gongolano: “Invasione facile: basta qualche trucchetto e si sterminano da soli”. “Gli strumenti di conquista – sentenzia una voce fuori campo - non arrivano necessariamente con bombe.., ci sono armi che non sono altro che pensieri, atteggiamenti, pregiudizi... che si trovano solo nella mente degli uomini”. La mia desolata morale è invece la seguente: se soffri d’insonnia è meglio non passeggiare di notte in giardino...

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