Milano, negozi chiusi ad agosto: il deserto non è solo in periferia

Saracinesche abbassate fino a settembre anche in via Vigevano e della Francesca

Negozi chiusi in via Vigevano

Negozi chiusi in via Vigevano

Milano, 10 agotsto 2019 - Vie deserte, «metafisiche». Succede non solo in periferia ma anche in alcune zone centrali, dove già dall’inizio di questa settimana è comparsa una pioggia di cartelli attaccati ai negozi che augurano «serene vacanze» ai loro clienti. Fuori dall’asse che collega la Darsena con via Torino, il Duomo con Buenos Aires, sempre assai battuta dai turisti e «aperta» per business, è un susseguirsi di saracinesche che rimarranno abbassate non solo nella settimana più «calda», quella di Ferragosto, ma addirittura fino a settembre.

Sembra l’agosto meneghino di qualche decennio fa in via Vigevano, immersa la mattina in un silenzio irreale, non interrotto neppure dal passare di una macchina. Almeno fino risveglio della sera per la movida. Qui, in zona Porta Genova, ha deciso di dare l’appuntamento a settembre «Turci Calzature», storico negozio di scarpe. E la stessa scelta l’ha fatta la «Tintoria Lavanderia» che riapre il 2 settembre (chiusa dal 27 luglio). Il ristorante «Sabbia d’Oro» non apre prima del 27 agosto. In questo mare di serrate, Lorenzo Trottolini, responsabile di «Testone», è uno dei pochi locali aperti tutto il giorno: «Siamo chiusi solo sabato e domenica a mezzogiorno. Per il resto la nostra filosofia aziendale è apertura totale: 7 giorni su 7». In onore della sua scelta controcorrente ha pure creato una nuova torta «Agostina» con pancetta, zucchine e caciotta. Nestor Caspro, store manager di «Maui Poke», chiude dall’11 al 19 per lavori, e spiega: «Siamo aperti soprattutto per i turisti. I milanesi rimasti nel weekend fuggono al mare, al lago o in montagna».

Cresce l’impressione di desolazione passeggiando in via Piero della Francesca. Un chilometro di asfalto tra piazza Firenze e piazza Gramsci che non è percorso da nessuno. La «Pescheria Mimmo» segnala la sua chiusura fino al 28 agosto, la boutique di bijoux «Danda Rei» sarà al mare fino al 2 settembre, «Vendiamolo» dice ciao a tutti fino al 6 settembre. Per Mirko Bonazzi, del bar ed enoteca omonima, è l’ultima settimana dietro al bancone: «Lo vede da sé. Il locale è vuoto. I residenti sono via. I turisti? Non li abbiamo visti neppure ad Expo, figuriamoci ora». La madre Grazia, che ha aperto il locale nel 1974, descrive gli ultimi anni come difficili: «Molto passaggio è venuto meno con la chiusura della stazione di Milano Nord Bullona (soppressa nel 2003, ndr). Poi con la liberalizzazione delle licenze è stato un fiorire di bar e ristoranti, al posto dei negozi. Siamo troppi e la torta è già piccola». Isidoro Rossi, titolare 79enne dello storico negozio di forniture elettroniche Meci, rimarrà invece al suo posto per tutto il mese: «Chiudo solo i giorni rossi del calendario. Per la verità è il mio modo di rilassarmi. I miei otto figli sono tutti via e io rimango solo soletto nel negozio. Se non fossi proprietario non me lo potrei permettere di tenere su le serranda. L’e-commerce ci sta “ammazzando”».

A Corvetto, al netto delle chiusure in atto di numerose botteghe, tra ristoranti latino-americani, bar cinesi e kebap un’insegna accesa la si trova sempre. Ed è pure aperta una cartoleria in corso Lodi, col nome originale di «Newspaper», che dice stop al lavoro solo nelle due settimane centrali. «Se fosse solo per quaderni e penne la mia scelta sarebbe un suicidio commerciale. Per fortuna, però, da 10 anni ho messo in piedi un sito per vendere forniture per ufficio in tutta Milano e provincia: rappresenta l’80% del mio fatturato. È la mia salvezza: come farei altrimenti a sopravvivere battendo 3 scontrini al giorno?» dice il titolare Cristiano Lanati.

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