Agguato in via Cadore, Anghinelli si è svegliato dal coma

La prognosi rimane riservata, lo attendono ancora lunghe settimane di ricovero e, poi, di riabilitazione

Enzo Anghinelli e il luogo dell'agguato

Enzo Anghinelli e il luogo dell'agguato

Milano, 27 aprile 2019 - Si è svegliato «Enzino» Anghinelli, dal coma indotto nel quale era tenuto a mezzo farmaci al Policlinico, per aiutare il suo cervello a riprendersi dal proiettile che l’ha sfiorato due settimane fa, attraversandogli la faccia senza ammazzarlo. La prognosi rimane riservata, lo attendono ancora lunghe settimane di ricovero e, poi, di riabilitazione, ma il 46enne, a quanto Il Giorno può ricostruire, respira autonomamente, sta migliorando e insomma si è salvato dall’agguato mortale che gli hanno teso venerdì 12 aprile, poco prima delle 8 di mattina, i due uomini in scooter che gli hanno sparato attraverso il finestrino della sua Focus nera, ferma al semaforo tra via Cadore e via Bergamo, in piena Porta Romana.

Cinque colpi di calibro 9, uno solo l’ha preso, alla testa, entrando dallo zigomo sinistro, uscendo dietro l’orecchio destro, senza incrociare il sistema di arterie che irrora il cervello, cosa che l’avrebbe ucciso prima d’arrivare in sala operatoria. Questione di mezzo centimetro, come quell’altra volta, nel 1998, quando non era ancora un pregiudicato con una condanna definitiva a 11 anni sulle spalle ma un barista di 25 anni appena noto alla polizia per storie di droga, e un tizio in Vespa, mentre rincasava in via Forlanini, gli sparò tre proiettili di cui uno gli è rimasto da allora incastrato tra l’aorta e la vena cava, dietro il cuore.

Ma è vivo Anghinelli, anche dopo un buco in testa, operato d’urgenza due settimane fa per tamponare le emorragie e poi altre volte, anche dai chirurghi del maxillo-facciale della Ca’ Granda, che devono ricostruirgli lo zigomo frantumato dalla pallottola, un centimetro sotto l’occhio. Altri interventi ed esami lo attendono in ospedale, dove, a quanto si apprende, dovrebbe rimanere ancora due settimane almeno e forse di più, per esser poi trasferito in una struttura specializzata per la riabilitazione. Solo alla fine di questo percorso saprà quanto potrà recuperare, e se e quali danni permanenti gli avrà lasciato il proiettile che gli ha attraversato il cervello. Al momento Anghinelli sta come può stare un uomo al quale hanno sparato in testa due settimane fa, che è stato risvegliato lentamente, ma già da alcuni giorni, dal coma farmacologico, attentamente monitorato e non solo dai medici, com’è facile immaginare date le circostanze, in stanze dove gli accessi dall’esterno sono limitati agli stretti familiari, al netto degli inquirenti. E sta recuperando: chi è informato sulle sue condizioni non esclude che possa cavarsela con deficit limitati, per un uomo al quale hanno sparato in testa da distanza ravvicinata, e che si porta da due decenni una pallottola vicina al cuore. Un sopravvissuto. 

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