Notte violenta a Milano, la gang dei killer è pericolosa. Ora

Dopo la notte di rapine e un morto convalidato il fermo dei due marocchini. Daspo, chi mostra i muscoli e chi li snobba

Accoltellamento in via Settembrini (Newpress)

Accoltellamento in via Settembrini (Newpress)

Milano, 1 maggio 2018 - La notte di sangue sulle strade di Milano e dell’hinterland, finita con un morto  e la convalida del fermo per i due rapinatori «per spiccata pericolosità», riaccende  la polemica sulla sicurezza urbana e sugli strumenti che i Comuni possiedono  per supportare l’attività delle forze dell’ordine. Fra i più recenti mezzi messi a disposizione dalle norme volute dal Governo e dal ministro dell’Interno Marco Minniti il cosiddetto Daspo urbano, un ordine di allontanamento da aree specifiche del territorio comunale per problemi legati a presenze moleste, come accattonaggio o bivacchi. Molti i sindaci che si sono gettati a capofitto nell’utilizzo di questo sistema, ma i numeri corposi dell’inizio si sono poi arenati davanti a uno scarso recepimento dei decreti di “espulsione” dai centri urbani da parte delle Questure.

«Le circostanze dei fatti-reato denotano una spiccata pericolosità sociale, certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analogi comportamenti delittuosi». E ancora: «La pericolosità dei soggetti è massima, posto che gli stessi non hanno avuto alcuna remora ad accoltellare le loro vittime, cagionando la morte anche di una di loro». Sono le motivazioni che hanno spinto ieri il gip Anna Laura Marchiondelli a convalidare il fermo e disporre il carcere per Abdenachemi Amass e Saad Otmani, i due marocchini di 28 e 30 anni accusati di una serie di rapine tra Cinisello Balsamo e Milano culminate alle 2.14 di venerdì scorso con l’omicidio di Samsul Haque, inseguito e colpito al petto da una coltellata in via Settembrini, a due passi dalla Stazione Centrale.

I due, stando alle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo coordinati dal pm Lucia Minutella, hanno aggredito prima un 36enne peruviano e un 31enne italiano a Cinisello poco dopo le 23 e poi assaltato due giovani universitarie e l’aiuto cuoco bengalese nei pressi di piazza Caiazzo a Milano alle 2.15. «Sono stata afferrata per i capelli da dietro – ha riferito ai militari la 20enne inglese – e ho ricevuto un pugno all’altezza del fianco destro». In realtà era un fendente sferrato con una lama di 10 centimetri. «Poi quest’uomo ha iniziato a seguire la mia amica Sara e quindi lei gli ha dato il mio cellulare». 

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