di Marianna Vazzana MILANO Raid improvvisi. Il sangue. La paura. Le aggressioni contro medici, infermieri e operatori sanitari non sono una rarità purtroppo. E poco importa che gli scatti d’ira abbiano come teatro la corsia di un reparto o aree esterne di pertinenza di un ospedale: il punto è che "la sicurezza deve essere una priorità sia dentro e sia negli spazi all’aperto dei presidi sanitari", un mantra dei sindacati di categoria. Senza contare che "nessuno deve essere a rischio: né lavoratori, né pazienti e né passanti". I colpi di accetta contro il chirurgo Giorgio Falcetto dopo un diverbio nel parcheggio del Policlinico di San Donato riportano il tema alla ribalta. Lo stesso clima intriso di tensione che si respirava a luglio dello scorso anno dove sempre al Policlinico di San Donato era stato accoltellato il chirurgo Giovanni Malacrida, poi salvato dai colleghi. Preso di mira da un settantacinquenne rimasto “insoddisfatto“ a seguito di una visita. Lo scorso gennaio, invece, un infermiere del Policlinico di Milano era stato preso a testate da un paziente. Minacciate nella stessa circostanza due operatrici sanitarie accorse ad aiutare il collega in difficoltà. A dare in escandescenze era stato un paziente di 52 anni ricoverato nell’ospedale di via Sforza perché positivo al coronavirus. Ma i casi sono molti, molti di più. Aggressioni in crescita del 41% rispetto allo scorso anno: 106 “fisiche“ (+22%) nei primi cinque mesi del 2022. Ancora peggio per quelle verbali, dalle proteste con toni alterati fino alle minacce e alla diffamazione via social, che con 278 casi sono in aumento del 50%. E la media è di due episodi e mezzo al giorno. Numeri che potrebbero anche essere sottostimati, perché non sempre le aggressioni vengono segnalate e registrate. Bersagliati in particolare Asst Rhodense, Asst Martesana, Niguarda e Santi Paolo e Carlo. Quadro evidenziato nei mesi scorsi dalla consigliera regionale Pd Carmela Rozza. "Non importa – parole del presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli – da cosa sia stata scatenata l’aggressione a San Donato. Un tempo, gli ospedali erano luoghi rispettati, perché era là che si curava la malattia e si leniva il dolore. Oggi sono diventati i luoghi dove la sofferenza si trasforma in rabbia, dove si pretende subito e ad ogni costo un soddisfacimento, non conta se possibile o meno, dei propri bisogni. Luoghi in ogni caso non sicuri, dove una lite può degenerare in tragedia". "Esprimiamo la nostra vicinanza a Giorgio Falcetto e alla sua famiglia. Il drammatico evento, un atto di deliberata follia, riporta alla necessità di ripristinare i servizi territoriali per la salute mentale che 28 anni di governo di centro destra hanno fatto quasi scomparire", scrive il Gruppo Pd Lombardia su Facebook. "Si ripropone tristemente, purtroppo, anche il tema della sicurezza del personale sanitario, sul quale il Pd ha proposto e fatto approvare nell’estate del 2020 una legge regionale (8 luglio 2020, n.15 per la sicurezza del personale sanitario e sociosanitario, ndr) con prima firmataria Carmela Rozza. Una legge purtroppo non ancora applicata dalla giunta Fontana. "Chiediamo – ribadisce la consigliera – che la giunta solleciti i direttori generali a implementare il monitoraggio delle aggressioni, ad aprire l’interlocuzione con le prefetture" e non solo. "Pazzesco! Il mio pensiero – il commento del governatore lombardo Attilio Fontana – va al dottor Giorgio Falcetto con l’augurio che si dimostri più forte del folle gesto che lo ha travolto. Un fatto grave, da punire con il massimo della pena. Un ringraziamento a tutti coloro che, in tempi rapidi, hanno collaborato per individuare e catturare l’uomo che ha compiuto questa assurdità".

Cronaca

di Marianna Vazzana
MILANO
Raid improvvisi. Il sangue. La paura. Le aggressioni contro medici, infermieri e operatori sanitari non sono una rarità purtroppo. E poco importa che gli scatti d’ira abbiano come teatro la corsia di un reparto o aree esterne di pertinenza di un ospedale: il punto è che "la sicurezza deve essere una priorità sia dentro e sia negli spazi all’aperto dei presidi sanitari", un mantra dei sindacati di categoria. Senza contare che "nessuno deve essere a rischio: né lavoratori, né pazienti e né passanti". I colpi di accetta contro il chirurgo Giorgio Falcetto dopo un diverbio nel parcheggio del Policlinico di San Donato riportano il tema alla ribalta. Lo stesso clima intriso di tensione che si respirava a luglio dello scorso anno dove sempre al Policlinico di San Donato era stato accoltellato il chirurgo Giovanni Malacrida, poi salvato dai colleghi. Preso di mira da un settantacinquenne rimasto “insoddisfatto“ a seguito di una visita. Lo scorso gennaio, invece, un infermiere del Policlinico di Milano era stato preso a testate da un paziente. Minacciate nella stessa circostanza due operatrici sanitarie accorse ad aiutare il collega in difficoltà. A dare in escandescenze era stato un paziente di 52 anni ricoverato nell’ospedale di via Sforza perché positivo al coronavirus. Ma i casi sono molti, molti di più. Aggressioni in crescita del 41% rispetto allo scorso anno: 106 “fisiche“ (+22%) nei primi cinque mesi del 2022. Ancora peggio per quelle verbali, dalle proteste con toni alterati fino alle minacce e alla diffamazione via social, che con 278 casi sono in aumento del 50%. E la media è di due episodi e mezzo al giorno. Numeri che potrebbero anche essere sottostimati, perché non sempre le aggressioni vengono segnalate e registrate. Bersagliati in particolare Asst Rhodense, Asst Martesana, Niguarda e Santi Paolo e Carlo. Quadro evidenziato nei mesi scorsi dalla consigliera regionale Pd Carmela Rozza.
"Non importa – parole del presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli – da cosa sia stata scatenata l’aggressione a San Donato. Un tempo, gli ospedali erano luoghi rispettati, perché era là che si curava la malattia e si leniva il dolore. Oggi sono diventati i luoghi dove la sofferenza si trasforma in rabbia, dove si pretende subito e ad ogni costo un soddisfacimento, non conta se possibile o meno, dei propri bisogni. Luoghi in ogni caso non sicuri, dove una lite può degenerare in tragedia".
"Esprimiamo la nostra vicinanza a Giorgio Falcetto e alla sua famiglia. Il drammatico evento, un atto di deliberata follia, riporta alla necessità di ripristinare i servizi territoriali per la salute mentale che 28 anni di governo di centro destra hanno fatto quasi scomparire", scrive il Gruppo Pd Lombardia su Facebook. "Si ripropone tristemente, purtroppo, anche il tema della sicurezza del personale sanitario, sul quale il Pd ha proposto e fatto approvare nell’estate del 2020 una legge regionale (8 luglio 2020, n.15 per la sicurezza del personale sanitario e sociosanitario, ndr) con prima firmataria Carmela Rozza. Una legge purtroppo non ancora applicata dalla giunta Fontana. "Chiediamo – ribadisce la consigliera – che la giunta solleciti i direttori generali a implementare il monitoraggio delle aggressioni, ad aprire l’interlocuzione con le prefetture" e non solo. "Pazzesco! Il mio pensiero – il commento del governatore lombardo Attilio Fontana – va al dottor Giorgio Falcetto con l’augurio che si dimostri più forte del folle gesto che lo ha travolto. Un fatto grave, da punire con il massimo della pena. Un ringraziamento a tutti coloro che, in tempi rapidi, hanno collaborato per individuare e catturare l’uomo che ha compiuto questa assurdità".

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