"Quella passala a me". Violenze di gruppo in Duomo a Milano, altri cinque nei guai

Nuovo blitz per i fatti di Capodanno a Torino. Perquisiti giovani stranieri e italiani di seconda generazione

Un momento della notte di follia di piazza Duomo. Qui si sarebbero verificate almeno cinqu

Un momento della notte di follia di piazza Duomo. Qui si sarebbero verificate almeno cinqu

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Milano - "Passala a me quella, dalla a me", è così, come emerge dai racconti delle vittime e dei testimoni, che il branco si spartiva le donne da violentare, la notte di Capodanno, in piazza Duomo. Trattate come merce da usare e poi buttare, dopo averle rapinate di soldi e telefoni. Se le vittime per ora accertate sono nove, sale a 15 il numero dei ragazzi indagati che quella notte hanno adescato e poi stuprato le ragazze, tra cui due tedesche, fino a lasciarele nude, piene di ecchimosi e graffi sul pavimento della piazza.

"Li troveremo tutti", hanno detto gli investigatori della Mobile. E ad aiutarli ci sono testimoni, foto e filmati. A ricostruire quella notte tanti frame ripresi dalle telecamere di sorveglianza della piazza e delle vie limitrofe, i social, Facebook, ma anche Instagram che molti del branco hanno usato ingenuamente per creare stories della serata, come fosse stato qualcosa da ricordare e da postare con orgoglio. Così, proprio attraverso le stories, hanno dato agli investigatori la loro identità che ha consentito l’inizio delle perquisizioni, le ultime in ordine di tempo quelle di ieri a Torino.

Zona Barca, estrema periferia della città, arrivati tutti a Milano per "fare festa" per aspettare il countdown di Capodanno, in giro alla spicciolata, un gruppetto di giovani senza arte, nè parte. Come ricostruito dai pm, l’aggiunto Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, con un "rituale brutale hanno accerchiato come anelli umani le vittime, strette nella morsa, nascoste alla vista delle forze dell’ordine e sottoposte a violenze". I nuovi indagati sono accusati, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo e rapina per il caso delle due turiste tedesche. Sei giorni fa una delle due si è presentata in Procura per ricostruire quei terribili "20 minuti", dando così l’avvio alle indagini che consentiranno di scoprire l’orrore di quella notte che emerge tutto dalle carte della denuncia. "Ho urlato cercando la mia amica, sono anche salita su un muretto per individuarla. C’erano tanti uomini, 30, forse 50, poi l’ho vista era lì che cercava di coprirsi, non aveva più indumenti addosso, era nuda, sanguinava dal seno, senza slip, rannicchiata per terra piena di lividi, i pantaloni abbassati alle caviglie, è stata soccorsa da un’ambulanza". E il terrore di un’altra, dopo essere stata rapinata: "Ero caduta, davanti agli occhi avevo solo un sacco di gambe che mi circondavano e mi calpestavano, avevo iniziato ad urlare". E un’altra ancora, sempre dalle carte dell’inchiesta: "Posso dire che tutto intorno era uno schifo, c’erano molti ragazzi e chiunque passasse si prendeva la libertà di mettermi le mani addosso, ovunque". I quindici indagati e i due arrestati stanno parlando e svelando l’identità di tutti gli altri.

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