Aggressione in Centrale, Hosni chiede l'abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica

L'istanza è stata depositata dal difensore dell'italo-tunisino, l'avvocato Giusy Regina

L’agguato in Centrale

L’agguato in Centrale

Milano, 7 agosto 2017 - Ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica sulle sue capacità di intendere e volere al momento del fatto Ismail Tommaso Hosni, il 20enne italo-tunisino finito in carcere per avere aggredito con due coltelli da cucina due militari e un agente della Polfer alla stazione Centrale di Milano, lo scorso 18 maggio, oltre a essere indagato per terrorismo internazionale.

L'istanza è stata depositata dal difensore di Hosni, l'avvocato Giusy Regina, dopo che nelle scorse settimane il gip Manuela Scudieri aveva accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dal pm Maura Ripamonti titolare dell'indagine che riguarda solo l'accoltellamento e nella quale ha contestato, oltre alla resistenza, il tentato omicidio per il ferimento di un poliziotto e un militare, e le lesioni aggravate per l'aggressione dell'altro militare. Sulla richiesta di giudizio abbreviato condizionato dovrà esprimesi il gup.

"Ritengo necessario - ha spiegato l'avvocato Regina - che si verifichi la facoltà di intendere e volere di Hosni il quale, fin dai primi momenti, ha dato segnali di essere una persona che aveva capacità di comprendere non consone alla sua età". Il legale, che ha ricordato che il gip nei mesi scorsi, ha rigettato per due volte l'istanza di perizia psichiatrica, ha sottolineato che di recente i medici di San Vittore, dove è rinchiuso il giovane, hanno "chiuso la diagnosi sostenendo che ha un ritardo mentale la cui percentuale di gravità deve essere stabilita con appositi test clinici". Per il difensore anche tali analisi "saranno indispensabili per capire come il ritardo mentale abbia inciso" su quanto è accaduto. Sul fronte dell'indagine in cui l'italo-tunisino è accusato di terrorismo internazionale i pm Alberto Nobili e Alessandro Gobbis stanno per ricevere il via libera da Facebook - chiesto tramite rogatoria in Usa - per approfondire i suoi contatti sul social visto che ha anche postato sulla propria pagina video inneggianti all'Isis. Al momento si sta ancora scavando per capire se e quale fosse il grado di radicalizzazione del giovane.

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