Navigli, aggredisce barista e torna al locale. "Sai chi sono? Mi hai sfregiato"

Alessio Angelini racconta il faccia a faccia con il 19enne che lo ha ferito: denunciato

Alessio Angelini, 27 anni

Alessio Angelini, 27 anni

Milano, 24 settembre 2018 - «Quando mi hanno detto che era tornato sono andato lì e gli ho chiesto: “Ti ricordi di me?” Lui prima ha negato, poi ha iniziato a scusarsi: “Tu non c’entravi niente, per favore non farmi passare un guaio...” Perché alla fine è un ragazzino, e fosse stato solo per me... Ma non potevo lasciar perdere: uno che tira bottigliate come fossero schiaffi non si rende conto, e temo non abbia la testa per fermarsi da solo». In questa storiaccia iniziata una notte di maggio sul Naviglio Pavese, fa impressione soprattutto l’equilibrio di Alessio Angelini. Ventisette anni, socio del pub Brass Monkey, sabato sera si è ritrovato faccia a faccia col diciannovenne che, una notte d’inizio maggio, lo ha sfregiato con un coccio di bottiglia.

Gli ha tagliato la faccia dall’occhio alla bocca, 56 punti di sutura e 50 giorni di prognosi. Solo perché Alessio, come aveva raccontato al Giorno settimane fa, era uscito a dire ai clienti di mettersi in salvo e recuperare sedie e tavolini del suo dehor che due baby gang si lanciavano addosso. Una rissa iniziata lungo il tratto d’Alzaia privo di pub, che si era spostata davanti al suo locale. Facce note in zona, abbastanza da indurre molti gestori a non servir più loro da bere. «Il ragazzo che mi ha sfregiato non lo conoscevo. Sono stati alcuni di quelli che erano con lui a dirmi come si chiamava, qualche giorno dopo, dissociandosi dal suo gesto».

Y. S., di origini egiziane ma nato in Italia, residente in periferia Ovest, 19 anni e precedenti perlopiù specifici. Alessio era andato a denunciarlo alla polizia. E da allora qualcosa è cambiato, su questo ramo d’Alzaia sospeso tra le luci della Darsena e il buio di via Gola. «Era l’ennesimo episodio, con altri gestori siamo andati al commissariato Ticinese per parlare della situazione, e hanno immediatamente intensificato i controlli: i poliziotti mi sono stati davvero vicini. L’unico grande assente è il Comune». Alessio parla delle iniziative dell’Associazione Naviglio Pavese come la festa del cioccolato, della proposta (inascoltata) di dare spazi gratis ai bancarellai per popolare la «piccola zona franca» che s’allunga fino al fortino dello spaccio. Alcuni gestori pagano un servizio di vigilanti-steward, che si occupano anche di raccogliere il vetro per evitare che sia usato come arma.

È stato uno di loro, l’altra sera, ad avvertire Angelini che il suo aggressore era tornato. Lì fuori dal locale, con un bicchiere di birra in mano come niente fosse. Alessio ha chiamato la polizia, che ha denunciato il 19 enne a piede libero per lesioni gravissime. Davanti agli agenti il ragazzino ha ammesso che c’era quella sera, ma ha negato d’esser stato lui a sfregiare il barista. I precedenti risultano anche ai gestori dei pub del Pavese. «Mi hanno raccontato che un anno fa ha aperto la testa a un ragazzo con una bottiglia, di un altro episodio al Sempione – spiega Alessio –. È un ragazzino, ma se mi avesse colpito alla gola avrebbe potuto ammazzarmi. Non voglio che succeda a qualcun altro».

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