Parco delle Cave, la denuncia: "Aggredito con un machete"

Verifiche dei carabinieri in corso per ricostruire l'accaduto

Un sequestro  di coltelli  e altre armi  effettuato dai carabinieri

Un sequestro di coltelli e altre armi effettuato dai carabinieri

Milano, 20 novembre 2018 - Ha chiamato circa un’ora dopo i fatti, alle 2.30 della notte tra sabato e domenica, riferendo agli operatori della centrale operativa di via Moscova di aver subìto una rapina da un gruppo di ragazzi sudamericani armati di machete. Il 25enne salvadoregno ha poi raccontato ai carabinieri del Nucleo Radiomobile intervenuti di essere stato accerchiato attorno all’1.30 mentre si trovava nella zona del Parco delle Cave, a due passi da casa sua, e rapinato del cellulare e di altri effetti personali; uno del gruppo, nella ricostruzione del giovane di origine centramericana, lo avrebbe colpito alla nuca, provocandogli una ferita da taglio giudicata guaribile in pochi giorni dai medici dell’ospedale San Carlo. Del caso si stanno occupando i carabinieri della Compagnia Magenta, coordinati dal capitano Fabio Manzo, chiamati ad accertare con esattezza la dinamica dei fatti per risalire agli autori del raid violento andato in scena nell’estrema periferia ovest della città.

Su un aspetto della vicenda sembrano esserci pochissimi dubbi: chi ha colpito non l’ha fatto certamente con la lama di un machete (il che non significa che qualcuno non impugnasse effettivamente quell’arma durante l’agguato), altrimenti la lesione alla testa sarebbe stata ben più profonda e grave; probabilmente, il ragazzo è stato buttato a terra e ferito con un’altra arma, magari un coltellino, prima di essere derubato dello smartphone che aveva con sé. Non è escluso che l’aggressione sia avvenuta al culmine di un litigio tra il 25enne e altri giovani sudamericani per motivi al momento sconosciuti, anche se stiamo parlando di ipotesi ancora tutte da verificare e che troveranno eventuale fondamento solo al termine degli approfondimenti investigativi portati avanti dai militari.

Altra certezza: il blitz armato non va ricondotto in alcun modo alle gang di latinos e alle logiche delle faide tra opposte fazioni rivali sul territorio.

 

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