Milano, la movida finisce in un’aggressione:"Io, pestato a sangue senza motivo"

Parla il trentenne inseguito e ferito da un gruppo di giovani all’Arco della Pace: "Servono più controlli"

Il giovane ha raccontato l'aggressione subita all'Arco della Pace

Il giovane ha raccontato l'aggressione subita all'Arco della Pace

Milano, 30 luglio 2020 - «Sono stato aggredito da una banda di ragazzi, senza motivo, sotto l’Arco della Pace". Una bottiglia di vetro frantumata sulla testa, una pinza per raccogliere l’immondizia usata per colpirlo sul capo ripetutamente e sulla mano. Poi calci e pugni, "mentre provavo a scappare, perché uno di loro aveva tirato fuori un coltello". È il racconto choc del trentenne Ruslan Kostyn, originario dell’Ucraina, a Milano da quando era bambino, che è stato vittima di un pestaggio brutale sabato 11 luglio in piazza Sempione alle 23.30, mentre era in compagnia di alcuni amici e della fidanzata. Un’altra storia di violenza all’ombra della movida milanese. Entrambi chiedono "più controlli, magari un presidio fisso delle forze dell’ordine nel weekend, perché gli episodi violenti sono continui: non vogliamo che altri ragazzi si trovino in pericolo". Tra sabato e domenica, nello stesso luogo, un diciannovenne italiano è stato preso a bottigliate in faccia dopo essere finito nel mirino di otto giovanissimi, da lui descritti come nordafricani tra i 16 e i 18 anni. "Potrebbe essere lo stesso branco", dice Kostyn.

Com’è iniziato il pestaggio? "Ero in compagnia di un gruppo di amici, sabato 11 luglio. Una decina di persone, in maggioranza ragazze, ai piedi dell’Arco della pace per festeggiare un compleanno. A un certo punto, un gruppo di ragazzi ha iniziato a infastidire un’altra comitiva, senza motivo. Erano tra le 8 e le 15 persone, a prima vista avevano meno di 20 anni. A poco a poco il trambusto è arrivato a pochi metri da noi. Qualcuno ha calpestato le borse delle ragazze, uno di loro mi ha urtato e io, infastidito, l’ho invitato ad allontanarsi. Questo è stato il pretesto per aggredirmi: prima mi ha fissato e poi se n’è andato, alla fine è tornato, dopo meno di un minuto, e ha afferrato una pinza per raccogliere l’immondizia (portata dal mio gruppo): con questa mi ha colpito in testa e in varie parti del corpo, usando poi anche una bottiglia di vetro. Era chiarissimo: il suo unico obiettivo era farmi del male".

Come potrebbe descrivere chi l’ha aggredito? "Era una persona alta 1,85 metri, carnagione olivastra, capelli corti e neri, vestito in modo sportivo".

E poi che cosa è successo? "È stato spalleggiato dal gruppo, hanno continuato a lanciare oggetti e a prendermi a calci e pugni. Uno di loro, alto meno dell’altro, circa 1,65 metri, con carnagione olivastra e capelli ricci, ha tirato fuori un coltello: era a meno di un metro da me e mi ha minacciato. Allora sono scappato verso le gradinate ma sono inciampato e sono stato nuovamente accerchiato e aggredito. Non appena i miei assalitori si sono allontanati, insieme agli amici (una ragazza è stata ferita ai piedi) ho cercato rifugio in una pizzeria. Da lì abbiamo finalmente potuto chiamare la polizia. Ma ormai era già troppo tardi: perché Comune e forze dell’ordine non predispongono un servizio mirato in questo luogo?".

Quali lesioni ha riportato a causa dell’agguato? "Sul referto firmato dai medici dell’ospedale San Carlo leggo: trauma cranico con ferita al cuoio capelluto (ho 4 punti in testa), infrazione a una falange e al piede destro, contusioni multiple. La prognosi è di 15 giorni. Sono un impiegato, ora fatico a usare la mano per scrivere al pc. In più, provo fastidio anche quando infilo il casco per andare in moto. Da quel giorno mi sono ripreso, ma mi fa rabbia che un gruppo di ragazzi violenti sia libero di agire indisturbato. Spero che raccontare la mia storia serva a fermarli".

Ha sporto denuncia? "Sì, alla polizia di Stato".  

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