Milano, le vittime dell'agente immobiliare "agganciate" all'asilo nido e drogate al bar

Il film della violenza: con una scusa, Confalonieri aveva convinto la coppia a bere un aperitivo. Marito e moglie storditi dai farmaci, lei violentata, lui senza sensi sul letto. E la bimba piccola in casa

Omar Confalonieri, 48 anni, immobiliarista con uffici in Montenapoleone

Omar Confalonieri, 48 anni, immobiliarista con uffici in Montenapoleone

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Milano - Il sacchetto di indumenti portato da casa per vestire la vittima di beige e nero. I farmaci acquistati poco prima del raid, col marito della donna in coda a tre metri di distanza. E l’aperitivo "corretto" in maniera maldestra, ma sfortunatamente efficace. Gli atti dell’indagine che ha incastrato Omar Confalonieri, tracciano il profilo di un predatore seriale, incapace di "controllare i propri impulsi e di percepire il disvalore delle proprie condotte", per dirla con le parole usate dal gip Stefania Pepe.

Tutto nasce da una conoscenza occasionale: il quarantottenne, già condannato nel 2008 per lo stesso tipo di reato, incontra Francesca (nome di fantasia) all’asilo nido frequentato dai rispettivi figli, che hanno entrambi meno di un anno, in un Comune dell’hinterland ovest.

Confalonieri si presenta come agente immobiliare con ufficio in via Montenapoleone, e la trentottenne gli palesa l’intenzione di voler acquistare un box e gli chiede consigli su eventuali agevolazioni fiscali. La mattina del 2 ottobre, l’uomo chiama Francesca perché sostiene di aver recuperato da un notaio le informazioni necessarie, ma aggiunge di non poterle divulgare al telefono: il quarantottenne è molto insistente, e, quando lei lo informa di essere in compagnia del marito Aldo (altro nome di fantasia), lui si dice "contento" perché hanno già preso un caffè insieme "dopo aver lasciato i piccoli all’asilo nido".

Confalonieri aggiunge di avere problemi a camminare e chiede che i due passino a prenderlo in macchina sotto casa; prima di salire, come ricostruito dalla vittima con i carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova e della Compagnia di Corsico, l’uomo lascia nel bagagliaio due borse, "una di colore nero da lavoro, tipo porta-computer, che appariva rigonfia, e un’altra di stoffa tipo shopper, bucata, ricolma di abiti usati, che diceva essere destinati a una parente". L’atteggiamento di Confalonieri insospettisce i due: è sudato, si lamenta del caldo e ha "un eloquio strano", come fosse ubriaco.

I tre decidono di andare a prendere un aperitivo in un bar, anche se Aldo e Francesca precisano di avere fretta perché devono rientrare per preparare da mangiare alla figlia. A quel punto, il quarantottenne ottiene una deviazione: deve passare in farmacia per acquistare dei medicinali e si propone di comprare pure le vitamine per la bimba della coppia; quando, però, Aldo gli dice che entrerà con lui, prende le benzodiazepine e due siringhe e poi prega l’altro, in fila alle sue spalle, di saldare. Poco prima delle 13, i tre sono nel locale: Confalonieri sparisce per un quarto d’ora ("Devo andare in bagno"), poi rientra di corsa dopo aver preso dal bancone tre Spritz (il suo con Campari ha non a caso un colore diverso rispetto ai due con Aperol) e li porge a marito e moglie.

Le stranezze aumentano, perché il titolare del bar lo rincorre e si riprende i cocktail ("Non avevo ancora finito"), per poi tornare coi bicchieri pieni. Aldo e Francesca sono sempre più perplessi e decidono di consumare in fretta i drink e di liquidare Confalonieri senza neppure affrontare l’argomento box. Non fanno in tempo, però, perché il Lormezatepam ha fatto effetto. Da questo momento in poi, i ricordi si fanno sfocati, flash nella nebbia: lei si vede a terra con abiti beige e neri che non ha mai indossato prima, completamente in balìa del quarantottenne; lui è a letto incosciente, stremato dopo aver vomitato due volte. A incastrare il predatore ci sono però i filmati delle telecamere installate sul balcone dell’appartamento, che hanno ripreso gli abusi.

L’incubo va avanti fino alle 19, quando Confalonieri si fa riaccompagnare a casa da Francesca; lei è talmente stordita dai farmaci che quando riparte tampona l’auto parcheggiata davanti. Alle 21, Aldo, in un momento di lucidità, riesce a contattare i parenti e a dare l’allarme. Il resto lo raccontano gli esiti degli esami al San Carlo e alla clinica Mangiagalli. Poi l’inchiesta-lampo dell’Arma, che vive un primo snodo decisivo l’8 ottobre con la perquisizione nell’abitazione del quarantottenne: lì trovano uno scontrino di una farmacia che certifica che già il giorno prima del blitz l’uomo aveva acquistato benzodiazepine e documenti che attestano la dipendenza da cocaina (di cui l’uomo si riforniva da uno spacciatore già arrestato nel 2018 nell’operazione della Dda Quadrato 2).

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