Agenda unica, ecco le regole taglia-attesa

La Regione: condividere tutti gli appuntamenti tranne eccezioni specifiche. Con obbligo di notifica per stornare le doppie prenotazioni

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di Giulia Bonezzi

Un altro passo verso l’"agenda unica", cioè la visibilità di tutti i posti per visite ed esami in regime di servizio sanitario nazionale prenotabili nelle strutture pubbliche e private convenzionate su un unico canale regionale, considerata all’unanimità da maggioranza e opposizione al Pirellone una mossa necessarioa per aggredire il problema delle liste d’attesa. E, negli anni, molte volte annunciata e rinviata, soprattutto perché, per un servizio sanitario regionale che ha affidato il 40% delle prestazioni mutuabili ai privati, convincerli ad aderire non è precisamente una passeggiata.

A fine novembre, però, la riforma Moratti della sanità lombarda ha inserito all’articolo 21, comma 3, lettera C del testo unico delle leggi sanitarie regionali un passaggio abbastanza esiziale: prevede che le prestazioni in regime di mutua prenotate al di fuori del sistema unico non vengano più remunerate (cioè riconosciute, per le strutture pubbliche, o rimborsate, per le private) dalla Regione. Le sanzioni scatteranno con "la messa in esercizio del nuovo sistema di prenotazione regionale", ribadisce una delibera approvata ieri dalla Giunta su proposta della vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti. Il passo in più, appunto, che fissa alcune regole del nuovo regime. Primo, le prestazioni dovranno essere tutte prenotabili da tutti i punti d’accesso della rete regionale di prenotazione, con specifiche eccezioni: è stato approvato un elenco di 244 prestazioni che dall’obbligo di condivisione sono escluse, perché si tratta di esami, visite e procedure molto specifici ed eseguibili solo all’interno di un percorso di cura già iniziato in un ospedale (ad esempio per un tumore, ma anche di presa in carico psichiatrica). In più, si legge nella delibera, le strutture "in caso di particolari e motivate esigenze, potranno chiedere specifica autorizzazione della Regione a non esporre alcune prestazioni oggetto dell’obbligo".

Tutte le prestazioni che non sono nell’elenco e non saranno autorizzate, una volta attivata l’agenda unica, se prenotate al fuori di essa saranno sanzionabili col depennamento del Drg. La delibera di ieri inserisce poi un altro obbligo, di notifica: "Gli enti dovranno comunque comunicare alla Rrp (Rete regionale di prenotazione, ndr) tutti gli appuntamenti fissati direttamente sui propri Cup", questo per poter annullare in automatico le prenotazioni doppie, "liberare disponibilità, ridurre le liste d’attesa e limitare il fenomeno del “no show“", cioè di chi dà buca. La sola eccezione qui riguarda le prestazioni offerte extra-Cup, come quelle ad accesso diretto, di pronto soccorso, di screening o periodiche come la dialisi, la chemio e la radioterapia.

Infine, la delibera corregge le somme da erogare ad alcune strutture sanitarie private (i costi di adesione all’agenda unica e di prenotazione sono a carico del fondo sanitario regionale) per adattare i propri software alla rete, perché hanno un Cup in condominio con presidi già finanziati, o sono passate di mano (e il contributo va al nuovo proprietario): il risultato è un risparmio di ottantamila euro, scendendo dai 6.159.800 euro totali stabiliti con una delibera di agosto 2021 a 6.079.800 euro.

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