Affori, addio commosso a Maurizio: "Papà, ora proteggici tutti da lassù"

Folla ai funerali del commerciante ucciso. La lettera della figlia di MARIANNA VAZZANA

La figlia di Maurizio Pozzi (Newpress)

La figlia di Maurizio Pozzi (Newpress)

Milano, 12 febbraio 2016 - Una folla composta. Prima in fila sul sagrato, poi sparpagliata tra le navate della parrocchia di Santa Giustina, su panche e sedie ma anche in piedi. Ieri mattina Affori ha dato l’ultimo saluto a Maurizio Pozzi, il commerciante 69enne ucciso una settimana fa, trovato a terra in camera da letto con il cranio sfondato. Otto colpi inferti con un oggetto contundente, tre dei quali letali. Mistero su chi l’abbia aggredito e sul movente. Porta chiusa, appartamento in ordine. Lui in un lago di sangue. Un giallo da risolvere. Intanto, ieri, il quartiere si è stretto intorno ai parenti del commerciante: alla moglie e alla figlia, che gestiscono lo storico negozio di scarpe, di famiglia, affacciato su via Pellegrino Rossi, alla nipotina e all’ex genero. Lacrime e abbracci. E un silenzio che nessuno ha squarciato durante la funzione religiosa. «Siamo qui per mostrare la nostra vicinanza e il nostro affetto. Preghiamo con chi soffre. Le parole del Vangelo, “non sia turbato il vostro cuore”, invitano a metterci nelle mani del Signore», ha affermato il parroco, don Edy Cremonesi, che dal pulpito ha anche ammonito «un certo modo di fare giornalismo», forse non gradendo - l’impressione - il fatto che il quartiere sia sotto i riflettori da giorni.

Il parroco ha poi letto una riflessione scritta dalla figlia di Pozzi, Simona, rivolta al padre che non c’è più. Parole toccanti, che hanno suscitato la commozione di numerosi presenti. «In un secondo tutta la mia vita è cambiata. Ho mille domande in testa e nessuna risposta». Tra gli interrogativi affiorano sentimenti. Il rimpianto per un ultimo saluto mancato, un senso di colpa per non essere stata «lì». E una domanda: «Sei sereno? Se è vero che chi muore ci guarda da lassù, spero che tu ci assista». Ha concluso chiedendo protezione, per sé, per la figlioletta e «per la tua grande e forte donna, Angela». Dopo la funzione, la salma è stata trasportata fino al cimitero di Bruzzano. Intervenuti i commercianti, vicini di casa, amici. Ognuno ha cercato di portare conforto. Ognuno aveva negli occhi un senso di impotenza. Difficile allontanarsi dal sagrato e riprendere la vita di sempre. Difficile sorridere ai bambini a passeggio lungo viale Affori, vestiti per Carnevale.

Intanto, proseguono le indagini della Squadra Mobile. Pozzi sarebbe stato massacrato nell’arco di 40 minuti, dopo essere rientrato a casa la sera di venerdì scorso. Chi lo ha ucciso si è fatto aprire la porta (trovata poi chiusa), o lo aspettava dentro il suo alloggio, in via Carli, a poche centinaia di metri dal negozio. E lo avrebbe colpito subito, ripetutamente e con rabbia. In un primo momento gli investigatori hanno pensato a un incidente. Ma il sangue era troppo, e le ferite troppo estese per essere state provocate da una semplice caduta post malore. Dovranno essere passati al setaccio i filmati delle telecamere della zona, per controllare tutti i movimenti.

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