Affitto? Non agli stranieri regolari, col posto fisso e una bimba col cancro

Sette mesi e cinque agenzie immobiliari, ma fin qui soltanto porte in faccia per una famiglia di marocchini

Abdelali Ouaid

Abdelali Ouaid

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Stanno cercando una casa in affitto da gennaio ma non l’hanno ancora trovata. Sette mesi e mezzo di ricerche non sono bastati. Cinque diverse agenzie immobiliari non sono riuscite a trovar loro un tetto. Caso più unico che raro, il mercato immobiliare sembra respingerli. Quando si tratta di loro, di questa coppia, pare uno stagno più che un mercato. Eppure lui può offrire le garanzie del caso: lavora come elettricista, è assunto a tempo indeterminato ininterrottamente dal 2012: 4 anni con una ditta e 6 con quella attuale. Lo stipendio è di tutto rispetto, parola di chi ha visto la sua busta paga.

Persino il Comune ad un certo punto, dopo qualche sollecito, ha provato a far qualcosa ma senza risultati, tant’è che l’assessore Dario Borghi ieri ha invitato a considerare anche l’opportunità del bando per le case popolari, che chiude il 14 agosto. Ma loro non possono aspettare tanto: sono senza un tetto e hanno due figli piccoli, una bimba di quasi 3 anni che sta combattendo contro un tumore e un bimbo di 6 anni con un disturbo dello spettro autistico. Attualmente sono ospitati in casa della sorella di lei, che, però, ha a sua volta tre figli: è chiaro che non può essere questa la soluzione. E altrettanto chiaro sembra, purtroppo, quale sia uno dei motivi di tante difficoltà a trovare un alloggio. Lui si chiama Abdelali Ouaid, lei Ijjou Abadaj, entrambi sono marocchini: a quanto pare una parte non trascurabile del problema sta proprio qui. Un razzismo ora più ora meno esplicito. Entrambi hanno la cittadinanza italiana: Abdelali già nel 2015, Ijjou da poche settimane. Entrambi sono qui da tempo: lui dal 2001, lei dal 2000.

Poco dovrebbe rilevare, comunque. E infatti poco e nulla rileva. Di fronte a quei nomi e cognomi le porte si chiudono, anzi: non si aprono proprio. Succede a Gerenzano, paese di quasi 11mila abitanti in provincia di Varese. Al fianco di Abdelali e Ijjou c’è Luca Pellizzer, coordinatore del Comitato genitori del reparto pediatria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che ha in cura la bimba più piccola della coppia. È lui a fornire la testimonianza più fresca di quanto sta accadendo a Gerenzano: "Soltanto lunedì – l’altroieri – un’agente immobiliare che ho contattato personalmente per dare una mano a questa famiglia, mi ha riferito che uno dei tre fratelli proprietari di un appartamento che avevamo visionato ha fatto sapere di non voler affittare a stranieri, perché non si fida".

Una testimonianza terza, questa. Non la sola. "In questi mesi – prosegue Pellizzer – ho provato di tanto in tanto a telefonare alle agenzie immobiliari chiedendo informazioni sugli stessi alloggi per i quali le aveva contattate Abdelali. Risultato: è accaduto che a lui dicessero che l’alloggio non era più disponibile, a me chiedevano quando sarei voluto andare a vederlo. Questo è semplicemente inaccettabile". Cinque, come detto, le agenzie immobiliari contattate dalla coppia da gennaio ad oggi. "Ci sono stati casi in cui gli stessi agenti immobiliari ci hanno chiesto, tra le prime cose, quale fosse la nostra nazionalità, altri in cui ci hanno apertamente detto che purtroppo i proprietari degli alloggi preferivano affittare ad italiani o a parenti – racconta Ijjou –, altre volte ancora ci siamo sentiti dire che l’appartamento non era più disponibile perché nel frattempo erano arrivate altre offerte o perché il proprietario ci aveva ripensato e non affittava più a nessuno. A volte, in tutti questi mesi, ho fatto come Luca – svela Ijjou –: ho chiamato dicendo di chiamarmi Francesca e ho scoperto che alcuni di quegli alloggi erano ancora liberi". Il 3 luglio Abdelali e Ijjou hanno avuto un incontro con il Comune ("che si è mosso con grande ritardo" sottolinea Pellizzer), in particolare con l’assessore all’Integrazione sociale, Dario Borghi, che spiega: "Risulta che Abdelali abbia sempre pagato l’affitto nell’alloggio occupato in precedenza (e che ha dovuto lasciare perché necessitava di lavori ndr ), nonostante questo paga la poca disponibilità di case che c’è tra Gerenzano, Saronno e i Comuni limitrofi, la paura e la sfiducia dei proprietari di casa, che li porta a chiedere garanzie rilevanti a chiunque voglia prendere in affitto i loro alloggi e, in parte, inutile nasconderlo, anche il fatto di essere straniero, che in questi paesi a volte non aiuta".

Ijjou è delusa: "Non è la prima volta che cerco casa in affitto, ci ho sempre messo un po’ di più a trovarla rispetto ad altri, ma non era mai capitato che quasi 8 mesi passassero invano. Questo Paese non è pronto per la società multietnica: quando sono arrivata qui a Gerenzano, ero una dei due stranieri della scuola. Oggi siamo in tanti, la gente si sente invasa e la mentalità, anziché aprirsi, si chiude. Mi chiedo ora che intenda fare il Comune". "Ci sono rimasto male più volte in questi mesi – fa sapere Abdelali – perché più volte mi ero convinto di aver trovato casa e invece... dura, dopo tutti questi anni, sentir dire che il problema è il nostro cognome".

 

 

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