"Molestate sul treno dal branco di 30 ragazzi". Gita da incubo per sei adolescenti

Ragazze di 16 e 17 anni denunciano di essere state palpeggiate e derise da decine di giovani nordafricani sul treno Verona-Milano

Controlli della Polizia nelle stazioni

Controlli della Polizia nelle stazioni

"Perché nessuno è intervenuto in stazione e poi sul treno? Né personale ferroviario, né le forze dell’ordine. Noi genitori eravamo lontani, abbiamo chiamato il 112 ma nessuno si è fatto vivo mentre le nostre figlie erano in pericolo, bloccate su un vagone in balìa di un branco impazzito. Sono state palpeggiate da una trentina di persone, si sono sentite male, una ha avuto un attacco di panico. E noi stavamo incollati ai telefoni dopo la loro richiesta di aiuto, cercando (invano) di ottenere un  intervento".

Hanno i nervi a fior di pelle i genitori delle ragazze di 16 e 17 anni che hanno denunciato di essere state molestate giovedì sera sul treno regionale 2640 Verona-Milano, che da Peschiera del Garda le avrebbe riportate a casa dopo una giornata di divertimento trascorsa a Gardaland. Sei giovani, quattro amiche residenti a Milano e le altre due a Pavia. Un gruppo e una coppia che non si conoscevano prima di ritrovarsi su quella banchina e poi sul convoglio. Sei adolescenti che hanno condiviso lo stesso incubo. "Quasi mezz’ora di terrore puro". Che ha rovinato la loro gita fuori porta organizzata in occasione della Festa della Repubblica. Ieri si sono presentate al presidio Polfer della stazione Centrale di Milano per denunciare le molestie. "Eravamo circondate. Il caldo era asfissiante, alcune di noi sono svenute. Mentre cercavamo un controllore avanzando a fatica lungo i vagoni, quei ragazzi ci palpeggiavano il sedere e altre parti del corpo. Ridevano. Ci dicevano “le donne bianche qui non salgono“". I loro racconti fanno tornare in mente le violenze avvenute la notte di Capodanno in piazza Duomo, quando in cinque episodi distinti dieci ragazze hanno subìto violenze.

Giovedì mattina il gruppo di Milano si è ritrovato alla stazione Centrale e ha raggiunto Peschiera alle 9.15. Tutto è filato liscio fino a poco prima delle 18, momento in cui, poco prima di salire sul treno per Milano, la banchina e i binari della stazione di Peschiera sono stati invasi "da oltre un centinaio di ragazzi e anche qualche ragazza, la maggior parte nordafricani, della nostra età o poco più grandi. Urlavano e correvano. Hanno anche sputato sui finestrini di un treno arrivato prima del nostro", spiegano le ragazze. Con tutta probabilità, quei giovani erano parte della folla che durante la giornata ha invaso la lingua di spiaggia tra il lido Campanello (Castelnuovo del Garda) e il lido Pioppi (Peschiera del Garda): in migliaia si sono ammassati sulla riva, forse attirati da un video diventato virale su TikTok che pubblicizzava una sorta di raduno proprio per il 2 giugno. A un certo punto si è scatenata una maxi rissa, forse originata dal furto di un portafoglio, culminata con il ferimento di un ragazzo alla spalla, che ha reso necessario l’intervento della polizia in tenuta antisommossa.

Poi la folla si è sparpagliata. E una parte, evidentemente, si è diretta in stazione. Le ragazze raccontano di essere riuscite a salire sul treno a fatica. Un treno preso d’assalto. Stracolmo, "con ragazzi sdraiati persino sulle cappelliere. A malapena riuscivamo a respirare. Il treno non partiva, probabilmente perché c’erano troppi passeggeri. Le porte erano chiuse". Le giovani avrebbero voluto scendere ma a un certo punto, continuano, "qualcuno ha azionato il freno d’emergenza, quindi è anche scattato l’allarme. Le porte erano sempre chiuse. Siamo rimaste in queste condizioni per almeno 10 minuti". Poi il convoglio è partito. E i successivi 10 minuti, il tempo di arrivare alla stazione successiva, a Desenzano, "sono stati terribili. Una di noi ha avuto un attacco di panico ed è svenuta. Poi ci siamo sentite male tutte, per il caldo e perché eravamo accerchiate da almeno 30 ragazzi che ci palpeggiavano e ci dicevano frasi razziste (per il fatto di essere “bianche“)". Questo succedeva mentre le sedicenni e le diciassettenni, compatte, facendosi forza l’un l’altra, cercavano di raggiungere la carrozza di testa in cerca di un controllore o comunque di un operatore a cui chiedere assistenza.

«Ci siamo accasciate , in lacrime. Più andavamo avanti, più la ressa aumentava così come il caldo". "Almeno tre volte – sottolinea una delle giovani – mi sono sentita toccare il sedere. Lo stesso è accaduto anche alle altre mie amiche. Non abbiamo chiamato le forze dell’ordine, temendo che quei balordi ci avrebbero fatto del male se avessimo composto il 112 con gli smartphone". Sono riuscite però a contattare i genitori. "Abbiamo chiamato noi il 112 ma nessuno è intervenuto", rimarcano mamme e papà. "Il treno non sarebbe mai dovuto partire in quelle condizioni". La salvezza è arrivata grazie a un ragazzo "che ci ha aiutate a scendere alla stazione successiva, a Desenzano. I nostri genitori sono arrivati a prenderci in auto", concludono le ragazze, che ieri hanno sporto denuncia. Nessuna è andata a scuola, "anche perché siamo ancora scioccate". Qualcuna fa sapere di non aver dormito. "Io avevo i capelli completamente bagnati per il caldo e l’agitazione". Nessuna riesce "a smettere di pensare a quello che abbiamo passato. Ci siamo sentite in trappola".