Addio al Cinema Teatro Trieste: "Grazie ai tanti che scrivono"

Luigi Ardizzone aveva realizzato il suo sogno imprenditoriale e artistico. Ora tira giù la saracinesca della sua creatura: impossibile andare avanti così.

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di Marianna Vazzana

"Sono un imprenditore prima che un ristoratore, così ho preferito chiudere quando la situazione era ancora sanabile. Dopo l’emergenza virus ci siamo rimboccati le maniche, io ho lavorato dalle 6 del mattino alle 2 di notte insieme allo staff occupandomi anche della cucina. Ma fisicamente era impossibile andare avanti. Le alternative erano due: spremersi fino a consumarsi o uscire dal gioco con i conti in chiaro ed evitare un danno. Io ho preferito la seconda...".

Luigi Ardizzone, 50 anni, a malincuore dice addio alla sua creatura: Cinema Teatro Trieste, ristorante con musica dal vivo, caffetteria, gelateria, pizzeria, tempio per gli amanti della musica jazz, swing e blues, nuova anima dell’antico cinema di quartiere nato nel 1912 in via Pacinotti 6, a due passi da viale Certosa e piazzale Accursio, dismesso da tempo. Le serrande si sono abbassate domenica, dopo sette anni di attività. Nel 2013 infatti Ardizzone aveva deciso di ridare lustro a quella palazzina Liberty che cadeva a pezzi per renderla di nuovo un punto di riferimento nel quartiere, a distanza di un secolo. Così ha preso in affitto lo stabile e lo ha riqualificato. "Quando nessuno credeva a un’alternativa diversa da un deposito o un parcheggio per questo edificio abbandonato, all’improvviso si è illuminato il palco, sono iniziati gli spettacoli e le proiezioni, si è riempita la sala di musica, gente ed energia, si è accesa l’intera via Pacinotti. Io mi occupo di progetti nell’ambito della ristorazione e, dopo aver fatto esperienza all’estero, sono rientrato a Milano. Qui hanno suonato artisti come il sassofonista Paolo Tomelleri, la cantautrice Laura Fedele, i bluesmen Max Prandi e Max De Bernardi. Famosi brand come Coca-Cola, Ferrero e Be-Total hanno girato qui i loro spot. Per questo posto ho investito tempo e denaro, ci credevo. Avevo dieci dipendenti e, al momento, la metà era in cassa integrazione. I clienti? Ora potevamo accoglierne 40, su una capienza di 120. Il prestito alle imprese di 25mila euro, erogato dallo Stato, è arrivato adesso nonostante lo avessi richiesto mesi fa. La gestione di un locale così è già complicata in tempi normali ma a queste condizioni diventa impossibile". Da qui, la scelta dolorosa della chiusura: "Chiude Il Cinema Teatro Trieste. Quella vecchia palazzina liberty, che ha osservato i cambiamenti di un paese per oltre un secolo, ripiomba nell’oblio e torna a guardare noi piccoli uomini che tra pensieri e indifferenza le passiamo davanti senza renderci nemmeno conto della storia che ha vissuto e delle attenzioni che spesso le abbiamo negato", è l’annuncio comparso sui social. "Mi rincuora – conclude Ardizzone – l’affetto con cui centinaia di persone ci stanno scrivendo, proponendo soluzioni per evitare la chiusura. Ringrazio tutti di cuore. Ma nessuna attività come la nostra, oggi, può stare in piedi".© RIPRODUZIONE RISERVATA

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