San Donato, acido nell'acqua per avvelenare il collega: la donna non risponde al giudice

L'impiegata, accusata anche di stalking nei confronti di un'altra collega, si è avvalsa della facoltà di non rispondere

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

San Donato (Milano), 30 agosto 2018 -  È rimasta in silenzio, scegliendo di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip Franco Cantù Rajnoldi, la donna di 52 anni, dipendente dell'Eni degli uffici di San Donato Milanese, arrestata per aver cercato di avvelenare un collega iniettando con una siringa dell'acido nella bottiglietta che aveva sulla scrivania e per aver già molestato in passato una sua collega per telefono, imbrattandole auto e porta di casa.

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, due giorni fa un collega della donna di 41 anni ha bevuto da una bottiglietta d'acqua lasciata sulla scrivania e ha avvertito un fortissimo bruciore in bocca. È stato portato in ospedale, dove gli è stata diagnosticata un'ustione alle papille gustative. Sono scattate le indagini e, con la collaborazione dell'Eni e analizzando il traffico telefonico, il numero dei sospettati è stato circoscritto. Nella sua cassettiera in ufficio, la donna aveva una bottiglietta con l'avvertenza che si trattava di sostanza pericolosa e una siringa con la confezione aperta. In casa appunti a mano su come acquistarlo e nel suo telefono ricerche con lo stesso obbiettivo. Sempre nell'abitazione anche bombolette spray, presumibilmente usate per imbrattare la macchina e la porta di casa dell'altra collega. Dopo l'interrogatorio di garanzia, che si è tenuto stamani nel carcere milanese di San Vittore, il giudice nelle prossime ore dovrebbe convalidare il fermo e disporre la custodia in carcere, come chiesto dalla Procura che ha contestato il tentato omicidio e lo stalking.

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