Accusato di molestie, la Moratti lo cacciò

Il precedente risale a dieci anni e dieci giorni fa

Migration

Milano, 15 giugno 2020 - Il precedente risale a dieci anni e dieci giorni fa. È il 5 giugno del 2010 e sul tavolo dell’allora sindaco Letizia Moratti finisce il caso Paolo Massari. L’assessore comunale all’Ambiente è accusato di molestie sessuali da due donne. La prima è una funzionaria del consolato norvegese. La seconda è un’impiegata comunale. Entrambe segnalano alla prima cittadina, con due lettere piene di particolari, le pesanti avances che il politico allora targato Popolo della Libertà, ma lanciato da Forza Italia, avrebbe loro rivolto. L’ira della Moratti è funesta. Il 6 giugno il caso esplode sui giornali e alle 11.33 esce una nota di Palazzo Marino dal titolo lapidario: "L’assessore Massari rimette le deleghe al sindaco Moratti".

Lui, il forzista allora pidiellino di professione giornalista con il sorriso sempre stampato sulla faccia, cerca di difendersi, nega di aver mai molestato le due donne, ripete a tutti gli amici "non sono un violentatore", ma la sindaca ha già deciso: fuori dalla Giunta. Subito. Massari è costretto a promettere davanti alla Moratti e all’allora direttore generale del Comune Giuseppe Sala (sì, l’attuale sindaco) di rimettere le sue deleghe. Dopo soli sette mesi dalla nomina ad assessore, il 45enne politico deve lasciare Palazzo Marino.

L’addio si concretizza il 7 giugno, quando l’assessore, davanti al capo di gabinetto della Moratti Alberto Bonetti Baroggi, firma la lettera in cui rimette le sue deleghe. Quel giorno Massari, all’uscita dal Comune, assicura che "c’è l’impegno del sindaco che una volta fatta chiarezza su questa vicenda mi saranno restituite. È solo un primo passo". Parole a cui nessuno crede. L’esperienza politica dell’assessore pidiellino finisce lì. Il caso giudiziario, invece, neanche inizia, perché le due donne che accusano Massari, alla fine, non sporgono denuncia e quindi la Procura non apre nessuna indagine. L’assenza di denunce spinge l’ormai ex assessore a negare, ancora una volta, di aver molestano le due donne, di paventare un complotto per farlo fuori e di sporgere querele.

Tutto inutile. Non lo difende nessuno, neanche il Pdl. Massari lascia la politica e si rimette a fare il giornalista a tempo pieno a Mediaset. Da allora le sue tracce, a poco a poco, si perdono, in politica non torna più. Fino a che si arriva a dieci anni e dieci giorni dopo quel 5 giugno 2010. Stavolta l’accusa è di violenza sessuale, stavolta Massari finisce in carcere.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro