Abusivi nelle case popolari, 1.078 gli 'irriducibili'

Occupazioni in calo ma restano gli sgomberi più difficili. Una task-force di 15 uomini per intervenire in flagranza

Manifestazione contro gli sgomberi

Manifestazione contro gli sgomberi

Milano, 21 novembre 2018 - Le occupazioni nelle case popolari del Comune, da quando, nel 2014, sono gestite da Mm e non da Aler, sono calate da 1.722 a 1.078. Ma l’assessore comunale alla Casa Gabriele Rabaiotti, durante la commissione Sicurezza convocata ieri pomeriggio a Palazzo Marino, fa capire che sarà molto complicato sgomberare quei 1.078 abusivi.

Sì, perché si tratta delle situazioni più delicate. In ogni caso l’amministrazione municipale non si è arresa. Rabaiotti racconta che «sulle 1.078 famiglie occupanti abusive, ne abbiamo incontrate 250. Non è una partita semplice e banale. È un lavoro delicato». L’assessore, intanto, ricorda che il ritmo degli sgomberi nelle case popolari resta di «un paio a settimana» e spiega che la squadra anti-occupazioni di Mm formata da 15 uomini cerca sempre di intervenire in «flagranza di reato», cioè appena gli abusivi hanno sfondato la porta o le finestre e hanno occupato l’appartamento del Comune. Un pronto intervento, anzi prontissimo, visto che il direttore generale di Mm Stefano Cetti assicura che «quei 15 uomini sono in grado di intervenire entro 30 minuti» nelle case appena occupate. Un modo per liberare gli alloggi con minori problemi. «Mm ha il 38% di efficacia di intervento», precisa Cetti.

Sullo sfondo, ma neanche troppo, resta l’obiettivo indicato dal sindaco Giuseppe Sala: ristrutturare e riassegnare tremila alloggi entro il 2021. Per raggiungere l’obiettivo, naturalmente, gli appartamenti appena recuperati non devono essere occupati. L’opposizione in Comune, intanto, va all’attacco. Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale nota che «al ritmo di due sgomberi a settimana il Comune riuscirà a sgomberare i 1.078 abusivi entro i prossimi undici anni. Non capisco perché Mm non abbia luoghi dove mettere donne e bambini dopo gli sgomberi». David Gentili di Milano progressista, invece, punta il dito contro Aler, che gestisce le case popolari di proprietà della Regione: «Dobbiamo uscire dall’equivoco che Aler non faccia gli sgomberi perché il Comune non mette a disposizioni case per gli sgomberati». Sala, nel frattempo, affronta il nodo Mm-Aler durante il convegno Idn 2018 alle Stelline dopo un intervento del consigliere regionale grillino Dario Violi («c’è la necessità di una visione unica sulle case popolari tra Aler e Mm»): «Le due società non sono integrabili, Aler ha un alto debito. Ne ho parlato prima con Roberto Maroni, poi con Attilio Fontana, ma quest’ultimo mi ha detto che l’unione Aler-Mm non è possibile. La Regione ha sbagliato anche a togliere i portinai dalle case popolari. Ma oggi (ieri, ndr) al vertice in Prefettura ha detto che li rimetterà».

 

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