A scuola contagi stabili da tre settimane

L’ultimo bilancio dell’Ats: 641 positivi e 8.344 isolati, un terzo alle elementari. Ma è presto per l’effetto delle superiori in aula

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di Giulia Bonezzi

Sono rimasti stabili anche la scorsa settimana, i contagi tracciati dall’Ats Metropolitana in ambito scolastico: 641 nuovi casi di coronavirus segnalati nelle scuole milanesi e lodigiane tra il 26 aprile e il 2 maggio (516 sono studenti e 125 lavoratori), e 8.344 persone messe in quarantena (8.033 sono bambini o ragazzini). Anzi, l’andamento delle prime tre settimane piene dopo la riapertura post-pasquale delle aule è lievissimamente negativo: 669 contagiati tra il 12 e il 18 aprile (che aveva segnato un balzo di 223 rispetto alla settimana precedente), 658 tra il 19 e il 25, diciassette in meno la settimana scorsa. Anche le quarantene, che erano aumentate di quasi 3.500 dalla prima alla seconda settimana (dal 12 aprile, con la zona arancione, sono tornate in presenza le seconde e terze medie), la settimana scorsa sono state 435 in meno della precedente.

Quindi tutto a posto? Non è detto ancora, perché l’eventuale impatto del rientro in aula delle superiori fino in media al 70%, e in generale delle riaperture di zona gialla, dal 26 aprile si potrà misurare non prima della prossima settimana. La scorsa settimana 218 dei positivi e 2.694 dei quarantenati - cioè un terzo del totale - sono stati scoperti alle elementari, altri 142 contagi e 2.301 isolamenti riguardavano le medie mentre i numeri delle superiori (128 positivi e 1.320 in quarantena) sono simili a quelli delle scuole dell’infanzia (128 e 1.802 rispettivamente; al nido i positivi erano 25 e le quarantene 227). C’è anche il precedente di febbraio. Anche dopo il passaggio della Lombardia in zona gialla, seguito al giro di semaforo di gennaio, i casi “scolastici“ censiti dall’Ats Metropolitana si mantennero più o meno stabili per tre settimane: 416 dal primo al 7 febbraio, 412 dall’8 al 14, con un rimbalzo a 547 tra il 15 e il 21. Ma la settimana successiva, i contagi schizzarono in su del 69%, a 923, rimanendo poi sugli stessi volumi fino alla chiusura delle lezioni in presenza, l’8 marzo, per arginare la terza ondata sospinta dalle varianti. Questa volta, invece, l’andamento dei “casi scolastici“ nelle prime tre settimane piene ad aule aperte è stabile ma in leggera discesa. E né a febbraio né sino ad ora si è più vista la progressione esponenziale dell’inizio dell’anno scolastico, quando negli istituti del Milanese e del Lodigiano i contagiati raddoppiarono inesorabilmente di settimana in settimana fino al picco di 2.616 tra il 2 e l’8 novembre, suonando la campanella della seconda ondata.

Certo questo accidentato anno scolastico era partito con molte meno restrizioni (fino a novembre la mascherina in classe non era obbligatoria con un metro di distanza), e senza la variabile dei vaccini, ad oggi somministrati in prima dose al 70% del personale scolastico e in generale a ben più di un lombardo su quattro. Il Cts nazionale ha dato il via libera alle seconde dosi di AstraZeneca per gli under 60 che l’avevano avuto come prima (le rarissime trombosi dopo le quali era stato deciso in via precauzionale il nuovo limite d’età non sono mai state segnalate dopo un richiamo), e all’estensione dell’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a mRna a 42 giorni (da 21 per Pfizer e 28 per Moderna); un’indicazione, quest’ultima, motivata dal fatto che il richiamo entro le sei settimane "non inficia la risposta immunitaria" e che già la prima dose protegge fino a oltre l’80% dalla malattia grave. "In uno scenario in cui vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio - hanno scritto gli esperti - è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire il maggior numero di soggetti possibile nel minor tempo possibile". Il posticipo dei richiami, dunque, porterà benzina alla campagna vaccinale che in Lombardia, dopo aver sfondato il tetto delle 111mila iniezioni quotidiane la scorsa settimana, in questi giorni ha dovuto rallentare a circa 85mila, su indicazione del commissario, avendo dato fondo a oltre il 90% delle scorte. Tra ieri e oggi sono in arrivo in Italia 2,1 milioni di dosi di Pfizer e 360mila di Moderna, nei prossimi giorni saranno distribuite alla regioni.

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