A pochi metri da lì Sy dirottò il bus

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Il tamponamento di ieri lungo la Paullese è avvenuto a poche decine di metri dal luogo dove, oltre tre anni fa, i carabinieri riuscirono a intercettare e fermare l’autobus preso in ostaggio da Ousseynou Sy, 49 anni, l’autista di origini senegalesi con cittadinanza italiana che il 20 marzo 2019 dirottò un pullman di Autoguidovie con a bordo 51 studenti delle medie Vailati di Crema, due insegnanti e una bidella.

Un evento che è rimasto impresso nell’immaginario collettivo come uno dei fatti di cronaca potenzialmente più drammatici e pericolosi degli ultimi anni. Una strage sventata per un soffio. Anziché riportare i ragazzi a scuola dopo l’attività sportiva all’aperto, il conducente aveva sequestrato il pullman, dirottandolo verso l’aeroporto di Linate.

Sy percorse diversi chilometri verso la meta che si era prefissato di raggiungere quando il veicolo fuori controllo venne intercettato e fermato dai carabinieri in una zona al confine tra San Donato e Peschiera Borromeo, sulla Paullese in direzione di Milano.

Forzando i finestrini, i militari riuscirono a far evacuare tutti i passeggeri, rimasti incolumi, e ad arrestare il dirottatore.

Poco prima di essere ammanettato, l’uomo diede fuoco al bus, per fortuna senza generare feriti. Per gli ostaggi si trattò di una mattinata di puro terrore, in balia del sequestratore che poi dichiarò di aver agito così per protestare contro le politiche di gestione dei migranti.

A far scattare il blitz dei carabinieri fu uno degli studenti a bordo dell’autobus, che col cellulare riuscì coraggiosamente a dare l’allarme e spiegare il percorso che il mezzo stava effettuando. Per il suo gesto, Ousseynou Sy è stato condannato in via definitiva a 19 anni di carcere. In primo grado l’uomo era stato condannato a 24 anni, pena successivamente ridotta dalla Corte d’Appello.

A.Z.

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