Milano, corteo no vax di sabato: salgono a 41 gli indagati per gli scontri

Tra le ipotesi di reato, violenza privata, interruzione di pubblico servizio, manifestazione non preavvisata e istigazione a disobbedire alle leggi

Gli scontri in Duomo

Gli scontri in Duomo

Milano - È salito a 41 il numero degli indagati per il corteo No vax di sabato. In tre, già identificati alla fine della protesta insieme a una quarta persona, dovranno rispondere di manifestazione non preavvisata e resistenza a pubblico ufficiale per aver preso parte al tentativo di sfondamento del cordone di forze dell'ordine a difesa di piazza Duomo; si tratta di due uomini e una donna (che ha riportato anche una contusione alla testa), tutti incensurati e non legati a movimenti o partiti politici. Altri 38 sono stati indagati per i reati di violenza privata, interruzione di pubblico servizio, manifestazione non preavvisata e istigazione a disobbedire alle leggi.

Continua dunque a salire il numero dei denunciati per le manifestazioni non autorizzate che dal 24 luglio si stanno svolgendo ogni sabato a Milano senza soluzione di continuità, anche per dare un segnale immediato a chi pensa di poter mandare in tilt impunemente una metropoli. Già in serata, al termine dell’ennesima iniziativa fuorilegge in centro, erano stati identificati e denunciati quattro anti Green pass, andati così a sommarsi a quelli già finiti nel mirino nelle scorse settimane per l’assalto al gazebo 5 Stelle e per i blocchi stradali in corso Buenos Aires.

Si tratta di tre uomini e una donna, di età compresa tra 30 e 50 anni, nessuno dei quali legati a movimenti o partiti politici né all’estrema destra o all’area antagonista-anarchica; a vario titolo dovranno rispondere di reati come resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata, interruzione di pubblico servizio (tante le linee di tram e autobus bloccate dai negazionisti lungo il percorso o deviate da Atm per non incrociare il tragitto dei quattromila in piazza) e istigazione a delinquere; almeno due di loro erano nelle prime file in piazza Fontana, a fronteggiare il cordone di agenti e carabinieri piazzato a difesa di piazza Duomo (dov’era in corso il comizio elettorale della leader di FdI Giorgia Meloni a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo).

Le indagini degli investigatori della Digos, coordinati dal capo del pool Antiterrorismo Alberto Nobili,hanno così portato  a denunciare almeno un’altra decina di persone. L’iniziativa di due giorni fa ha segnato un salto di qualità (in negativo) nel modus operandi dei No vax: per la prima volta, infatti, alcuni dei manifestanti si sono scagliati contro le forze dell’ordine, cercando di sfondare (e riuscendoci in parte in un primo momento) lo sbarramento di poliziotti e militari in tenuta antisommossa per raggiungere l’area transennata in Duomo occupata dai militanti di FdI. Respinti all’altezza di via Palazzo Reale, i duemila partecipanti (poi saliti a quattromila col passare dei minuti) sono tornati indietro, hanno aggirato la Cattedrale e sono sbucati da corso Vittorio Emanuele, proseguendo poi verso piazza Scala e dando vita a un infinito girotondo (con tentativo di incursione in Galleria) per dribblare i blindati.

Un cambio di programma rispetto alle premesse della vigilia. Sì, perché all’inizio sembrava che la maggioranza dei No vax avesse accettato l’idea di non poter partire in direzione Duomo (come accaduto nei nove precedenti estivi), muovendosi verso via Larga e da lì verso corso di Porta Vittoria. Poi, però, dal lato sinistro della piazza, quello occupato da persone con il cartello "Basta dittatura" (la chat Telegram che conta più di 44mila iscritti), qualcuno ha iniziato a urlare: "Duomo! Duomo!", fermando chi stava andando in un’altra direzione e di fatto dando il via alla fase più violenta della manifestazione. Un cambio in corsa che dimostra ancora una volta quanto sia acefalo e ingestibile il movimento dei No vax, che di volta in volta è pronto a seguire (pseudo)leader diversi e che paradossalmente riesce in questo modo a fare a meno degli "organizzatori di fatto" via via identificati e denunciati negli ultimi due mesi.

Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, dice senza troppi giri di parole che "così è difficile andare avanti". Non è la prima volta che Sala si lamenta per la gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni “no green pass’’: fece sentire la sua voce anche quando i manifestanti bloccarono il traffico in corso Buenos Aires, una delle vie dello shopping milanese. "Ogni sabato è peggio, ne ho parlato anche ieri (sabato, ndr ) con il prefetto e mi ha detto che le denunce stanno aumentando", torna alla carica Sala, che aggiunge: "È chiaro che da un lato ci sono le forze dell’ordine che sono costrette ad arginare queste manifestazioni, dall’altro il disagio per i cittadini aumenta perché i manifestanti bloccano tram e strade. È un problema. Non ho soluzioni. La questura prima di tutto vuole evitare incidenti in questa fase in cui siamo usciti da una situazione di grande tensione, però così è difficile andare avanti".