Milano, 10 maggio 2014 - Tutto previsto con largo anticipo. Nessun particolare lasciato al caso. Così la cupola vinceva gli appalti. Dalla dismissione delle centrali nucleari ai servizi di ristorazione degli ospedali, senza dimenticare la grande torta dell’Esposizione universale. Poi la cricca passava all’incasso. Con scadenze precise.

Lo stesso copione ripetuto chissà quante volte, secondo uno schema fisso riassunto dal gip Fabio Antezza nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere, tra gli altri, Angelo Paris, a capo dell’ufficio contratti della società Expo 2015, Gianstefano Frigerio e Primo Greganti: «Sovente — spiega il giudice — gli associati organizzano incontri e riunioni con la contemporanea presenza di pubblici ufficiali responsabili dei procedimenti di evidenza pubblica e di imprenditori interessati agli appalti».

Cene al ristorante, summit al centro culturale Tommaso Moro o in qualche saletta riservata di alberghi a 5 stelle. L’obiettivo: «Comunicare reciprocamente i dati rilevanti e condividere informazioni strategiche per la formulazione delle offerte oltre che concordare e ottenere modifiche dei bandi e proroghe dei termini di presentazione delle stesse offerte o dei progetti». Prendiamo il caso di Paris: il suo ingresso in «squadra» coincide, secondo i pm, con la divulgazione ai sodali di una serie di dettagli riservati sui lavori a Rho-Pero. Dai padiglioni per i Paesi esteri al sistema di mobilità, fino all’arteria che dovrebbe collegare viale Zara a Rho-Pero: Frigerio e soci hanno sempre l’esclusiva su clausole e paletti da rispettare, spesso è lo stesso dirigente di via Rovello a farsi avanti.

Il destinatario, seppur indiretto, delle illecite indiscrezioni, è sempre lo stesso: Enrico Maltauro, titolare di un’azienda edile. Che restituisce il favore a suon di tangenti. Laute tangenti: 600mila euro sull’appalto da 98 milioni per la progettazione ed esecuzione dell’impianto di cementazione di Saluggia, altri 600mila per le cosiddette «Architetture di servizio» di Expo. Denaro da dividere in parti uguali. E in tempi certi: «Il timing — fa sapere Frigerio a Sergio Cattozzo, braccio destro di Luigi Grillo — il timing che abbiamo fissato va bene, cioè 50 prima di Natale e poi da febbraio... da marzo... 25 al mese». Il conto è aggiornato al centesimo, non si scappa. Frigerio: «Io ho preso da Enrico 25 l’ultima rata, 16,5 a marzo, quindi fanno 41». Cattozzo: «Io ho tutto scritto...».

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