Milano, 8 maggio 2014 - Operaio della Fiat, uomo del Pci, poi aderente al Pds; coinvolto e arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mani Pulite, Primo Greganti asserì con continuità e puntiglio la propria innocenza, guadagnandosi l’appellativo e la fama di ‘Compagno G’, vale a dire dell’uomo che non molla e resiste a tutto per difendere fede politica e partito.

Vent’anni dopo Tangentopoli, dalle cronache giudiziarie rispunta il nome di Primo Greganti: 70 anni, tessera Pd in tasca e una nuova accusa formulata dai pm milanesi. In un’inchiesta per i reati contro la pubblica amministrazione, infatti, Greganti e’ finito dietro le sbarre insieme al direttore pianificazione e acquisti di Expo Spa, Angelo Paris, e a un altro protagonista della stagione di Mani pulite, il Democristiano Gianstefano Frigerio.

Nato nel 1944 a Jesi, in provincia di Ancona, Greganti e’ a Torino gia’ 14 anni dopo; lavora come operaio in casa Fiat, ma la passione politica s’affaccia presto e prende le forme dei primi incarichi nel partito comunista che scalera’ con il tempo, fino alla segreteria della Federazione di Torino e alla collaborazione con la direzione nazionale, per poi seguire Occhetto nel progetto del Pds. Ma e’ Mani Pulite a renderlo ‘famoso’: complice l’atteggiamento ‘granitico’ con cui ha difeso la propria asserita innocenza di fronte ai magistrati milanesi, senza mai concedere alcuna confessione. Condannato a 3 anni e 7 mesi per finanziamento illecito al partito, patteggio’ vedendosi la pena ridotta a 3 anni. Oggi, la stessa Procura di Milano torna a chiamarlo in causa nella regia di presunti nuovi faccendieri attivi sotto l’ombrello di Expo.