Milano, 5 aprile 2014 - Il sospetto fermato per l’omicidio di Matteo Musso, ucciso nel 2006 a Milano, è Giampaolo Ferrari, 42 anni, custode a Piazza Napoli e precedenti per droga, rapina e maltrattamenti in famiglia. L’uomo ha confessato ieri sera, davanti ai suoi avvocati e ai pm Alberto Nobili e Gianluca Prisco, di aver ucciso l’amico con 10 coltellate. Il movente dell’omicidio sarebbe un’offesa rivoltagli al culmine di una notte da sbandati, a base di alcol e cocaina. Ferrari era gia’ stato condannato a otto mesi di reclusione per maltrattamenti rivolti contro la convivente, dalla quale ha avuto anche un figlio.
Il cadavere di Musso venne ritrovato da un gruppo di camionisti il mattino successivo, il 4 maggio del 2006, all’interno della baracca in via Chiesa Rossa 191 dove la vittima viveva e lavorava come custode. Il caso era stato archiviato nell’ottobre 2007, ma la squadra mobile ne ha chiesto la riapertura nel marzo di quest’anno, dopo un’improvvisa accelerazione. A rimettere gli inquirenti sulle tracce di Ferrari, che all’epoca era stato interrogato ma non indagato, è stata la sua compagna. La donna, che da tempo subiva violenze dall’uomo, ha raccontato ai poliziotti che durante l’ennesimo pestaggio il compagno l’avrebbe minacciata dicendole "Ti faccio fare la fine di Matteo". Le indagini sono cosi’ ripartite attraverso intercettazioni e interrogatori, fino alla confessione di ieri sera.
(Agi)
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