Milano, 21 marzo 2014 - «Qui Expo non c’entra niente», dichiara liquidatorio il procuratore aggiunto Alfredo Robledo in una conferenza stampa algida, in cui a fianco del procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati, dà conto di una delle inchieste oggetto di lite, fra lui e il capo, sull’assegnazione di fascicoli in condivisione (mai avvenuta) con il dipartimento della Dda Ilda Boccassini. Come a dire che di Expo si occuperà la collega? Ma che in questa sua inchiesta non si tratti di Expo, è subito smentito dal gip, il giudice Andrea Ghinetti, che in 243 pagine manda agli arresti per associazione per delinquere, turbativa d’asta e truffa l’ex dg di Infrastrutture Lombarde, Antonio Giulio Rognoni, il suo braccio destro Pier Paolo Perez, e un nugolo di avvocati.

Ed ecco Expo, da pagina 139 della misura cautelare. Dove si affronta la funzione di Ilspa e l’incarico conferito all’avvocato Carmen Leo (da ieri agli arresti domiciliari) «in relazione all’evento Expo 2015». Il gip spiega che «rientra nella diretta competenza di Expo 2015 la realizzazione del sito per l’Esposizione, a partire dalle opere di urbanizzazione e le infrastrutture di base». La cosiddetta Piastra, lavori fondamentali di posa impianti e scavi. Lavori fino a 700 milioni di euro.
Il giudice ricostruisce, attraverso mail, sequestri di materiale informatico e intercettazioni della Guardia di finanza di Milano, la storia della pratica. Il 28 luglio 2011 Rognoni determina «di procedere all’affidamento di professionisti esterni dei servizi legali», per il supporto e l’assistenza che Ilspa deve dare a Expo 2015. L’offerta è destinata a cinque professionisti, secondo il criterio del prezzo più basso. A Ilspa giungono 4 offerte, prima tra tutte - come prezzo più basso - quella dell’avvocato Carmen Leo, con 1 milione e 200 mila euro.
Ma «diverse evidenze investigative provano, senza ombra di dubbio, che anche questa procedura negoziata è stata gravemente turbata» scrive il gip. Dal computer dell’assistente dell’avvocato Leo, emerge una cartella “Studio” e una sottocartella “Gara servizi legali”: grazie a questa si scopre che molti dei documenti predisposti sono «antecedenti al 28 luglio 2011, ossia alla stessa data di emissione» con cui «si dava ufficialmente avvio alla procedura di aggiudicazione». Alla professionista «è stato consentito di istruirsi autonomamente la procedura che poi sarebbe stata aggiudicata al proprio studio legale».
Pagina 144: c’è il capitolo «incarichi di consulenza legale affidati all’avvocato Fabrizio Magrì dalla società Arexpo Spa», delegata ad acquistare e riconvertire le aree per l’Esposizione universale. La direzione generale della società è affidata a Cecilia Felicetti (indagata a piede libero).

Ecco il nodo retrodatazioni, con estensione dei contratti all’infinito. Si tratta dei soliti appalti per assistenza giuridica e legale sull’acquisto delle aree. Valore economico in apparenza magro, rispetto all’altro, solo 39.785 euro. Ma la prospettiva è di mettere le mani su tutto. L’affidamento è disposto l’8 settembre 2011: le parti stabiliscono un’efficacia retrodata, vista la «necessità di avviare la procedura di gara entro la prima settimana del mese di agosto».

«Emerge» - scrive il gip - come «il contratto sottoscritto dal direttore generale e dal direttore amministrativo di Ilspa (Rognoni e Perez, ndr) sia stato ancora una volta strumentalmente retrodatato». Sintomatica l’intercettazione fra Magrì e Perez, («indicativo il sarcasmo» di questi) che dice all’avvocato: «Bisogna che ti coordini un attimino con Cecilia, perché l’idea era quella di mettere dentro quello fatto e quello che tu andrai a fare prima che noi faremo la procedura per affidare tutto quello che affideremo e... su Arexpo, ok, capito, nel caso poi in cui tu risulterai vincitore di quella procedura, andrai avanti tu, capito».

L’ 8 settembre 2011 le parti danno atto che «il contratto è protratto sino all’acquisizione di tutte le aree, ovvero al 30 dicembre 2011, avendo lo studio legale espletato in toto (tre mesi prima? ndr) le prestazioni ivi previste». Naturalmente, sino al 14 febbraio 2012, l’avvocato Magrì «non aveva ancora completato le prestazioni del primo incarico e già trattava parallelamente e stringeva accordi con Rognoni, Cecilia Felicetti e Maurizio Malandra (ai domiciliari, ndr) per aggiudicarsi un nuovo e più sostanzioso contratto». E l’11 aprile 2012, ultima data per la presentazione delle offerte, veniva ufficializzato l’incarico a Magrì per un importo definitivo di 160 mila euro. Come d’accordo con Rognoni, già dal 9 febbraio 2012.

marinella.rossi@ilgiorno.net