Milano, 11 febbraio 2014 - È un passo in avanti, una mossa che potrebbe mettere in ginocchio tutte le sale scommesse milanesi. Forse un azzardo giuridico che il Tar, a seguito di ricorsi, potrebbe azzerare. In ogni caso è un segnale politico molto forte. Il Comune sceglie il pugno di ferro contro il gioco d’azzardo a Milano. Il sindaco Giuliano Pisapia ha emesso un’ordinanza che prevede la chiusura per sei mesi della sala scommesse di via Cimarosa 4, in zona corso Vercelli, autorizzata dalla Questura lo scorso 13 dicembre. Un locale per il gioco d’azzardo che per l’amministrazione comunale rappresenta un caso limite, la cui attività va sospesa senza se e senza ma. È in pieno centro abitato, è a 300 metri dalla parrocchia e a meno di 500 metri dall’istituto scolastico che comprende asilo nido, scuola materna, elementare e media di via Rasori e dalla scuola media di via Mauri.

Un sala scommesse che ogni giorno è alla portata di centinaia di minorenni, ma anche di anziani. Una potenziale fonte di rischio per giovani e meno giovani. Da qui l’ordinanza del Comune, firmata sabato dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris (Pisapia era ancora in trasferta in Sud Africa), definita nel testo «una misura eccezionale per la tutela di soggetti maggiormente vulnerabili frequentanti le aree e gli immobili in prossimità» della sala scommesse. L’ordinanza prova ad anticipare, in senso retroattivo, l’obiettivo del nuovo regolamento edilizio del Comune: vietare l’apertura di sale scommesse in locali che si trovino a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture sociosanitarie, luoghi di aggregazione giovanile, parchi gioco, caserme e ospedali.

L’obiettivo del nuovo regolamento è impedire l’apertura di sale scommesse in quasi in tutta la città. Solo che il nuovo regolamento edilizio non è ancora in vigore e comunque i suoi divieti varranno solo per le nuove aperture di sale scommesse. L’ordinanza del sindaco, invece, è una misura che ha sospeso l’attività di una sala scommessa già autorizzata dalla Questura lo scorso 13 gennaio. Un provvedimento motivato così dal vicesindaco De Cesaris: «Abbiamo ritenuto necessario intervenire in quanto strutture come quella di via Cimarosa danneggiano la salute delle persone, soprattutto quelle più fragili. Si tratta di un caso particolare che potrebbe ripetersi a Milano, nonostante la recente legge regionale sulla distanza dai luoghi sensibili delle nuove sale gioco e dei locali con slot machine». Il rischio di ricorsi è altissimo, il Tar potrebbe azzerare l’ordinanza. A Genova, però, proprio pochi giorni fa il Tar della Liguria ha dato ragione al Comune che ha redatto un regolamento anti-sale slot e torto ai gestori ricorrenti. Palazzo Marino spera che il Tar della Lombardia ne segua l’esempio.

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