Milano, 4 febbraio 2014 - Il cardinale Angelo Scola, è, oggi, fra "i banchi" del Consiglio regionale a parlare sul tema 'Un nuovo umanesimo: il futuro della Lombardia'. L'arcivescovo di Milano è stato accolto in Aula con un breve saluto del presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, del consigliere Umberto Ambrosoli, su indicazione dei gruppi di minoranza, e dal presidente della Giunta regionale Roberto Maroni. Prima ha però visitato la mostra “Momenti di Lombardia” allestita nello spazio eventi al primo piano di Palazzo Pirelli (LE FOTO DELLA VISITA)..

E c’è una curiosità: terminato l’intervento di Scola l’Aula ha affrontato anche il tema delle droghe leggere. Tra le mozione che si affrontano oggi c’è anche quella che riguarda la "depenalizzazione e confronto sulle politiche di contrasto alle droghe".

 

Il MOVIMENTO 5 STELLE LASCIA L'AULA - Un intervento molto atteso quello del cardinale Scola anche se i nove consiglieri Movimento 5 Stelle sono usciti dall'Aula in silenzio e indossando "un bavaglio", protestando cosi' per non essere potuti intervenire sul tema della laicita' delle istituzioni.  "Il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo ha appena dichiarato che la vera laicità è disponibile ad ascoltare chiunque, il M5stelle fa di questo uno dei suoi principi, infatti stiamo ascoltando l'intervento dai nostri uffici, ma rivendichiamo la laicità dello Stato e di conseguenza delle aule dove si legifera e dei momenti a questo preposti. Ascolteremo il Cardinale con rispetto ma in altri luoghi e momenti", ha spiegato Paola Macchi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lombardia

 

SCOLA - Il cardinale ha subito ringraziato per l'ospitalità ricevuta, poi ha spiegato: "La mia presenza in questa prestigiosa sede mi rende ben consapevole dei limiti oggettivi del mio intervento. Esso vuol essere solo un contributo del rappresentante di una istituzione con rilevanza pubblica, la Chiesa. Un apporto teso a trasmettere il tesoro di ideali, legami, conoscenze, risorse che i nostri progenitori ci hanno consegnato".

"SENZA IMMIGRATI FUTURO PIU' DIFFICILE" - Scola ha parlato della crisi economica che la società vive: "E'  molto più grave di quanto le nostre previsioni abbiano immaginato". Per questo, secondo il cardinale è necessario "trovare una nuova sinergia tra le capacità, le risorse e i progetti per una società civile".  E ha suggerito: "Bisogna ripensare e aggiornare il rapporto tra diversi e complementari fattori quali identità e pluralità,  realtà e comunicazione, strutture e capacità di iniziativa". Per descrivere la sproporzione tra potenzialità e possibilità, l'arcivescovo ha detto: "In Lombardia ci troviamo di fronte al paradosso di un’apertura crescente alla dimensione internazionale per quanto riguarda la crescita economica e la realtà dell’export, insieme alle forti perplessità, quando non a vere e proprie resistenze, con cui talora affrontiamo la realtà, destinata a crescere, dell’immigrazione nelle nostre terre. Gli immigrati rappresentano quindi una potenzialità, ma se non ci decidiamo a tradurre questo processo di meticciato di civiltà in una possibilità effettiva il nostro futuro sarà più difficile".

"MANCANZA DI POLITICHE FAMILIARI" - Un altro carattere proprio dell’attuale frangente storico è la situazione in cui versa la famiglia: "I nuclei familiari, secondo gli esperti, aumentano ma sono sempre più piccoli. La famiglia, nel senso classico del termine, costituisce quindi una notevole potenzialità ma la mancanza di adeguate politiche familiari le impedisce di essere una possibilità efficace per costituire il futuro".

"SERVE UN NUOVO UMANESIMO" - Secondo il cardinale "l'uomo contemporaneo sembra sprovvisto di un’unità di senso per l’esistenza e privato in tal modo di un’identità di riferimento. In questa prospettiva, si può dire che la nostra Regione ha bisogno di un nuovo umanesimo che non disgiunga il progetto storico da una costruttiva discussione sull’ “umano” e sull’ideale, discussione impegnativa certo, ma carica di speranza per una effettiva rinascita". E sottolinea: "La difficoltà maggiore oggi è interna ad ogni singola persona, mentre invece è qui che sono in gioco la capacità di “fare esperienza” e di “far fare esperienza” ad altri, e quindi di comunicare esperienza, di produrre socialità, di generare vita comune".

"RIPENSARE L'UOMO" - L'arcivescovo poi spiega: "La Chiesa, in tutte le culture e in tutte le circostanze storiche, intende offrire contributi per il rinnovamento e la ricomposizione dell’unità della persona. La Chiesa in prima istanza non entra in concorrenza o in contenzioso con nessuno, ma dà notizia e rende disponibile a tutti un contributo di rigenerazione dell’umano, di cui la storia ha sempre bisogno, soprattutto alcuni decisivi tornanti".

"REGIONE LOMBARDIA NON MANCA DI RISORSE" - Scola ha concluso: "Per quanto la nostra sia una “società complessa”, la Regione Lombardia non manca di grandi risorse. La prima delle quali è forse rappresentata dalla sensibilità di tutti coloro che, secondo le più diverse appartenenze e posizioni culturali, avvertono come questione principale la domanda “Chi vuol essere l’uomo del terzo millennio?”. È un interrogativo che ha assunto il carattere di una scommessa: l’uomo di oggi è un io-in-relazione o è solo il “suo proprio esperimento”? Mi sembra una questione decisiva anche per il rinnovamento civile in ogni suo settore e livello. Su questo contenuto decisivo dell’umano convivere la Chiesa ambrosiana è interessata ad approfondire o a instaurare un confronto e a operare insieme in tutti i modi opportuni e rispettosi delle debite distinzioni".