Milano, 14 gennaio 2014 - Nuovo capitolo nella vicenda {{WIKILINK}}Ruby{{/WIKILINK}}. Nel ricorso in appello contro la condanna a 7 anni di carcere, gli avvocati di Silvio Berlusconi sostengono che debbano essere concesse almeno le circostanze attenuanti generiche al loro assistito. "A tale fine - osservano - acquista certamente giuridico rilievo il ruolo pubblico rivestito per quasi un ventennio come presidente del Consiglio in quattro governi e come personaggio politico di spicco; l'eta' dell'imputato che ha compiuto 77 anni".

"Sono tutte circostanze - e' la loro tesi - di altissimo pregio ai fini sia della quantificazione della pena finale sia della concessione delle generiche". E per convincere i giudici d'appello a concedere le generiche all'ex premier, nel caso di una nuova condanna anche in secondo grado, i legali richiamano a sentenze passate: "All'imputato erano state concesse le generiche in questione nelle sentenze di primo grado lodo Mondadori e Ariosto-Sme in quanto era stata presa in considerazione la vita anteatta ma anche le condizioni di vita sociale e individuale". 

 

"ACCUSA CONCUSSIONE SCONNESSA DA REALTA'" - La difesa di Silvio Berlusconi dedica lungo spazio nel ricorso in appello contro la condanna a 7 anni nel processo Ruby bis per contrastare l'accusa di concussione, in relazione all'ormai nota telefonata del Cavaliere in questura la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 che si concluse con l'affidamento della giovane marocchina a Nicole Minetti. In particolare, i legali si soffermano sul ruolo del funzionario Pietro Ostuni il quale ricevette la telefonata dal Cavaliere che, in quel momento, si trovava a Parigi per un incontro istituzionale. "Non e' facile - affermano Niccolo' Ghedini e Piero Longo - commentare prospettazioni cosi' sconnesse alla realta'".  

 

"DENARO NON PER COMPRARE LA TESTE" - "Non vi e' alcuna prova agli atti che Ruby sia stata destinataria di ingenti somme di denaro, salve quelle accertate nel processo con causale di mera liberalita' a titolo di aiuto economico a un soggetto in difficolta'". Lo scrivono i legali di Silvio Berlusconi nel ricorso in appello per il caso Ruby. Nei motivi d'appello sostiene che il Cavaliere abbia versato soldi alla giovane marocchina "non certo per comprare la teste, nemmeno con la ipotizzata ma non provata promessa di ricompensa per fare la pazza". 

 

"CAVALIERE VITTIMA CLAMOROSO CASO INTERCETTAZIONE" - Silvio Berlusconi e' stato vittima ''del piu' clamoroso caso di 'intercettazione indiretta' di un parlamentare, peraltro gia' presidente del Consiglio, mai avvenuto''. E' un passaggio del ricorso in appello dell'ex premier, imputato per il caso Ruby, contro la sentenza.  Nei motivi di appello si sottolinea come sia ''assolutamente certo che tutte le captazioni di conversazioni o le acquisizioni dei tabulati sono state effettuate da parte della Procura di Milano al precipuo scopo di cercare di reperire prove e riscontri anche e innanzitutto a carico dell'onorevole Berlusconi e, solo marginalmente, a carico di Mora, Fede e Moretti, giudicati in separato giudizio''.

 

"SENTENZA ILLOGICA E CONTRADDITTORIA" - La condanna a Silvio Berlusconi per il caso Ruby va annullata in quanto la sua motivazione e' "illogica, contraddittoria e apparente". E' quanto scrivonosempre  i difensori dell'ex premier, Niccolo' Ghedini e Piero Longo, nei motivi del ricorso presentato alla Corte d'appello di Milano.