Milano, 27 novembre 2013 - Case, negozi, campi di calcio, tennis, equitazione e, probabilmente, anche un enorme campo da golf in direzione Parco agricolo sud. Gli indirizzi progettuali per l’area di Porto di Mare, periferia sud-est della città, anticipano la trasformazione dei prossimi anni per l’area da un milione di metri quadrati che prende il nome da un sogno di inizio Novecento, quando lì si sarebbe dovuto realizzare un porto commerciale attraverso un canale navigabile di collegamento con il fiume Po. Più di un secolo dopo, il progetto del porto è stato ormai accantonato. Il Comune ha appena rilevato tutti i terreni di proprietà del Consorzio canale navigabile Milano-Cremona-Po (il contratto definitivo è dello scorso 30 ottobre) per nove milioni di euro, di cui 3,5 milioni di euro saranno però trattenuti dall’amministrazione per svolgere attività di indagine e bonifica sull’area. Il saldo dell’importo sarà effettuato dal Comune solo dopo l’esito di queste operazioni.

La vicesindaco con delega all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, durante l’apposita commissione consiliare di ieri pomeriggio, fissa il cronoprogramma: «Entro la fine del 2014 sarà pronto il progetto definitivo per lo sviluppo dell’area». Un’area divisa in due parti distinte dal punto di vista urbanistico: circa un terzo di quei terreni è un Ambito di trasformazione urbana previsto dal Pgt (qui sono possibili funzioni residenziali, commerciali e sportive); gli altri due terzi di Porto di Mare, invece, sono inseriti nel Piano di cintura urbana «Le Abbazie» (è qui che potrebbe nascere il campo da golf).

Alla de cesaris non dispiace il nome di «Parco dell’innovazione» per lo sviluppo di Porto di Mare, anche se, a dar retta alle slide mostrate in commissione, quel milione di mq avrà soprattutto una vocazione sportiva. Il Comune non intende sfrattare le società di calcio, tennis ed equitazione che già operano nell’area. La vicesindaco anticipa che «nei terreni vicini al Parco agricolo sud potrebbe essere realizzato un campo da golf». La soluzione dello spazio per il golf potrebbe garantire una completa riqualificazione ambientale dell’area dove un tempo c’era una discarica abusiva. «Su Porto di Mare si può sognare — aggiunge la De Cesaris — partendo però dal rispetto della storia di quei terreni e degli insediamenti presenti». I progetti comunali dovranno fare i conti anche con il vincolo paesaggistico che pende su Porto di Mare.

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