Milano, 16 settembre 2013 - Resta in carcere, almeno fino a metà dicembre quando scadono i termini di custodia cautelare: ma la misura cautelare al momento è annullata dalla Corte di Cassazione. Ed è da rivalutare. Ritorna così al Tribunale del Riesame la questione della libertà personale di Gianluca Guarischi, ex enfant prodige della politica forzista passato per inchieste su tangenti già nel 2000 (negli appalti per la ricostruzione post-alluvione del ’96 e ’97 in Lombardia) e poi ricadutoci, di recente e dopo anni e anni di latenza, nel marzo 2013. Quando, ritenuto dai pubblici ministeri Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, uomo chiave, «grimaldello» in grado di sbloccare appalti per la sanità in cambio di tangenti verso sé e il Pirellone, è stato riarrestato con l’accusa di avere fatto da mediatore fra gli imprenditori di apparecchiature elettromedicali, quali padre e figlio Lo Presti della Hermex Italia, con un capo d’accusa da 85 mila euro in due tranche.

Guarischi, in un recentissimo interrogatorio davanti al presidente della quarta penale Oscar Magi si è detto «da sempre amico di Roberto Formigoni», così a giustificare i suoi frequenti passaggi ai piani alti della Regione (e nonostante una condanna definitiva a 5 anni per corruzione e turbativa d’asta, dovuta appunto agli appalti in Valtellina, e l’interdizione dai pubblici uffici fino al 2014): ma è coinvolto anche, così come è stato il faccendiere Pierangelo Daccò, nella gestione e nel pagamento di vacanze in Croazia e Sudafrica del ex governatore della Lomabrdia, che a sua volta è indagato per corruzione e turbativa d’asta in una tranche ancora aperta. E questa doppia veste di imputato a processo e di indagato nella tranche sui viaggi esotici del Celeste è contestata, per quanto riguarda la misura cautelare, dai suoi difensori. Gli avvocati Enrico Giarda e Michele Apicella, all’apertura del dibattimento in cui compare imputato anche l’ex responsabile dell’azienda ospedaliera di Sondrio, Luigi Gianola, avevano chiesto la scarcerazione ai giudici della quarta penale. L’istanza fu rigettata, e così fece anche il tribunale del Riesame.

La questione fu così ripropostata alla Cassazione là sostenendo, come nelle precedenti istanze, l’anomalia della carcerazione: Guarischi - si sostiene - detenuto da otto mesi, è già a processo mentre è ancora aperto l’altro filone di indagine che coinvolge lo stesso Formigoni. Ma senza che - sottolineano i difensori nell’istanza - tali pubblici ufficiali appaiono individuati dalla Procura nel capo di imputazione a carico dello stesso Guarischi. E ora, dopo il deposito delle motivazioni dell’annullamento della Cassazione, si dovrà pronunciare un nuovo collegio del Riesame. 

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