Milano, 2 ottobre 2013 - L'Inter agli indonesiani, siamo agli sgoccioli. Già in settimana potrebbe arrivare il closing, come dicono gli esperti di finanza, vale a dire la firma sul passaggio di proprietà tra Massimo Moratti (che rimarrà con una quota di minoranza) ed Erick Thohir, magnate asiatico pronto a entrare in corso Vittorio Emanuele con un altro paio di soci e una montagna di milioni per ripianare i debiti e rilanciare la Beneamata.

E i tifosi? I tempi biblici della trattativa hanno aiutato a metabolizzare la rivoluzione in vista, ma il colpo è comunque duro da assorbire. I dubbi sono tutti lì sul tavolo: ma chi è questo Thohir? Ci tiene davvero alla nostra squadra? È un progetto a lungo termine o si stuferà in pochi mesi? Lo scopriremo solo vivendo, canterebbe Lucio Battisti. Per ora, c’è solo un modo di rispondere ai legittimi interrogativi dei fan bauscia: fidarsi del presidente. «Se a lui va bene — abbozza l’ex ministro Ignazio La Russaallora va bene anche a me: ci ha parlato per mesi, si sono visti più volte, evidentemente lo ha convinto»

Certo, resta l’amarezza: «In linea di principio — prosegue — sono contrario alla cessione di società italiane a investitori stranieri». E stavolta? «Beh, credo che Moratti abbia cantato e portato la croce pure troppo: è un gesto di amore autentico per l’Inter, l’unico modo, secondo lui, di continuare a vederla primeggiare in Italia e in Europa». Cioè affidarsi a capitali stranieri, capaci di valorizzare il brand su mercati tutti da conquistare: «Cosa c’è di strano? — si chiede l’attore Flavio Oreglio — Questa è l’era del calcio globale, con gli sceicchi che comprano il Psg e i russi che fanno shopping nel campionato inglese».

Ovviamente, tutti si augurano che il patron resti in società per guidare la transizione: «Moratti ha riportato l’Inter ai massimi livelli mondiali — ha twittato qualche giorno fa il sindaco Giuliano Pisapia, storico sostenitore nerazzurro —. L’amico Massimo rimarrà comunque in questa famiglia: non c’è Inter senza di lui». Non ne è sicuro Aldo Serena, centravanti dello scudetto dei record e commentatore televisivo: «Non so se dopo tutti questi anni da assoluto numero uno — ragiona — sia disposto a ricoprire un ruolo non di primissimo piano: ora sta a lui decidere». Da Thohir porte aperte. «Lo aspetto», il saluto di Fiorello.

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