Milano, 25 luglio 2013 - “Showdown”, tradotto “Resa dei conti”. Cosi’ e’ stata battezzata l’operazione di servizio condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Guardia di Finanza di Milano, che ha portato al sequestro in territorio italiano e svizzero di societa’, appartamenti, conti correnti e polizze assicurative. Un patrimonio immobiliare e finanziario stimato in oltre 16 milioni di euro che, secondo gli inquirenti, e’ il frutto di anni di illecite attivita’ di un pluripregiudicato di origini campane, trapiantato in Brianza, Salvatore Izzo. In passato coinvolto in indagini per contrabbando, riciclaggio, ricettazione, con un “curriculum criminale” che annovera anche una condanna a sei anni per usura ed una misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno di cinque anni.

L’operazione Showdown nasce da una precedente indagine, in materia di usura e riciclaggio, del Gruppo Guardia di Finanza Monza, che ha visto come principale indagato proprio Salvatore Izzo. Nei suoi confronti, all’epoca, erano stati sequestrati, in attesa del giudizio, immobili, quote societarie e conti correnti. Attivita’ e beni intestati a suoi familiari e “prestanome”, per via dei suoi precedenti. Un vero e proprio patrimonio “nascosto”, costruito con i proventi ricavati dall’attivita’ criminale condotta negli anni da Salvatore Izzo, il quale con questa accusa era finito sotto processo.

Durante il dibattimento, pero’, l’imputato e’ deceduto. In questi casi il procedimento si estingue - per la morte del reo - e i beni sequestrati, se non si dimostra che sono di provenienza illecita, vengono restituiti ai legittimi eredi. Nel caso di specie i due figli e la loro madre. Uno scenario scongiurato dai finanzieri di Monza che, in stretta collaborazione con l’Ufficio Misure di Prevenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, coordinati dalla Dott.ssa Alessandra Dolci, non sono rimasti inerti.

Attraverso articolate e serrate indagini patrimoniali e finanziarie sono stati raccolti una serie di elementi utili a confermare l’illecita provenienza dei beni gia’ sequestrati al defunto Izzo. Ma non solo, sono stati soprattutto individuati ulteriori immobili e conti correnti dislocati in Italia ed in Svizzera, risultati anche questi indirettamente riconducibili all’imputato ed ai suoi familiari. Gli accertamenti sono, quindi, culminati con la richiesta di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali sull’intero patrimonio riferibile al defunto Salvatore Izzo ed ai suoi legittimi successori.

Infatti, le norme del “Nuovo Codice delle Leggi Antimafia e delle Misure di Prevenzione”, in presenza di specifici presupposti soggettivi (tra gli altri la pericolosita’ del soggetto desunta dai suoi precedenti e condanne) ed oggettivi (sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio a disposizione), consentono di sequestrare, in vista della successiva confisca, i beni del soggetto proposto e, in caso di morte, di estendere la misura patrimoniale ai suoi eredi.

Il Tribunale di Milano - Sezione Misure di Prevenzione ha ritenuto fondato il quadro probatorio raccolto dagli investigatori ed ha ordinato il sequestro di: un immobile di 5 piani, adibito ad albergo, a Muggio’ (MB), 2 uffici in Corso Venezia a Milano, un immobile a Monza, due complessi immobiliari - appartamenti a Carate Brianza (MB) ed uffici a Pioltello (MI) -, una villa a Citta’ Sant’Angelo (PE), saldi di conto corrente e polizze assicurative per 2 milioni di euro, crediti vantati da Salvatore IZZO per circa 500 mila euro, somme prestate a commercianti e due societa’ immobiliari di Monza e Milano. Ma non e’ tutto. Il provvedimento del Tribunale milanese ha avuto riflessi anche oltre confine.

Infatti, grazie all’eccellente cooperazione tra i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ed i colleghi della Procura svizzera di Lugano, rivelatasi particolarmente efficace nell’occasione, e’ stato possibile in tempi rapidissimi individuare e sequestrare 2 appartamenti a Coldrerio (Svizzera), valore stimato 600 mila euro e ben 4,8 milioni di euro depositati su conti accesi presso banche di Lugano (CH), intestati a societa’ con sede nei “paradisi fiscali”, che le indagini hanno consentito di ricondurre sempre a Salvatore Izzo.

L’operazione di servizio condotta dalla Guardia di Finanza e dall’Ufficio Misure di Prevenzione della D.D.A.
di Milano ha permesso di mettere a segno un duro colpo a quella che viene definita la criminalita’ economica. Infatti, il prossimo mese di ottobre e’ stata fissata l’udienza per discutere in ordine alle misure di prevenzione patrimoniali adottate nei confronti degli eredi di Salvatore Izzo, i quali sono chiamati appunto alla “Resa dei conti”. Se non riusciranno a smentire le tesi accusatorie, si vedranno definitivamente confiscare tutti i beni, che a quel punto entreranno a tutti gli effetti nelle casse dello Stato.

(Fonte Agi)