Milano, 15 luglio 2013 - Quando nel 2009 le porte della scuola militare Teuliè si aprirono per la prima volta alle allieve, qualcuno storse il naso. La parità dei sessi nelle fila dell’esercito è stata un argomento tabù fino qualche anno fa. Ora non più. A confermarlo sono le tre studentesse in uniforme che pochi giorni fa si sono diplomate con «100» all’esame di maturità: Camilla Spanu (liceo classico), Veronica Vessicchio e Giada Conti (liceo scientifico europeo). Sono state le prime eccellenze femminili nella storia dell’istituto fondato nel 1802 da Napoleone.

Veronica Vessicchio, perché hai scelto la scuola militare?
"Tre anni fa si doveva iscrivere mio fratello gemello. In famiglia ci siamo informati e ho scoperto che l’accesso era stato aperto anche alle ragazze. Mi han colpito la formazione culturale, fisica e sportiva offerta dalla Teuliè e i valori che promulgava: spirito di corpo, onestà, lealtà e meritrocrazia. I posti per le studentesse erano solo 13, ma ce l’ho fatta a entrare, dopo due anni al liceo Marini di Amalfi".

Come si svolge la giornata scolastica?
"Il programma rispecchia quello dell’Accademia militare di Modena. Sveglia alle 6.30, si fa il "cubo", cioè si piegano lenzuola e coperte a forma di cubo, poi in bagno, quindi 15 minuti per preparare l’uniforme. Arriva il controllo degli allievi più grandi: le camere devono essere linde e in ordine. Come l’uniforme, dalle scarpe alle stellette. Per noi ragazze, capelli raccolti con retina attorno allo chignon, per i ragazzi, barba fatta e capelli corti. Si rivedono gli appunti, colazione in mensa, alzabandiera e lezioni dalle 8.15 alle 13.45 lezioni. Uscite consentite al mercoledì pomeriggio e nei fine settimana solo se condotta e rendimento sono positivi. Alla scuola si aggiungono le attività sportive e militari".

Tipo?
"Io ho scelto equitazione, alla caserma Santa Barbara, e scherma: sciabola alla Società del Giardino e spada in caserma. Nelle due settimane di campo estivo ho svolto attività di addestramento. Mi sono esercitata con il fucile Ar 70/90 e la carabina, con le tecniche di sbarco imbarco sull’elicottero e con le simulazioni di attacco".

È difficile crescere in un ambiente prevalentemente maschile?
"Sicuramente l’integrazione non scatta subito ma ci stiamo facendo strada. È una questione anche fisica. Marciare e sparare sono attività dure e i ragazzi possono guardarci di cattivo occhio se ci muoviamo più lentamente o non siamo alla loro altezza. Ma stringendo i denti, ce la fai. In tre abbiamo raggiunto il massimo dei voti. E i posti disponibili nelle quattro classi quest'anno sono aumentati da 13 a 20, gli alloggi femminili si stanno ampliando".

Veniamo alla maturità. Come è andata?
"Bene, per il tema ho scelto la traccia socioeconomica, la mia tesina riguardava la moralità dell’individuo, a partire da una frase di Courbet passando per il caso Eichmann fino a Freud".

Anche voi militari vi siete chiesti chi fosse Magris?
"Non proprio. Non l’avevamo studiato ma una mia compagna aveva scritto la tesina proprio sullo scrittore triestino. Non era così sconosciuto".

Sei il primo studente a dirmelo... Cosa ti hanno dato questi tre anni nell’Esercito?
"La Teuliè è una palestra di vita. Cresci con una marcia in più rispetto ai tuoi coetanei e affronti le difficoltà lontana da casa e famiglia. Ed è anche un trampolino di lancio verso le Accademie militari. Io punterò all’Aeronautica a Pozzuoli. Non superassi il concorso, ingegneria spaziale all’università".