Milano, 22 giugno 2013 -  “Arrivato alla soglia dei 50 anni, temo di essermi innamorato di Milano. Ma la cosa non è affatto male”. Parola di Pietro Galeotti, savonese di origine ma ormai milanese per scelta, autore televisivo, presenza fissa tra le firme dei programmi condotti da Fabio Fazio da “Che tempo che fa” al Festival di Sanremo.

Motivo di questo innamoramento?
Perché Milano incarna il Novecento, periodo che prediligo. E’ il centro del Futurismo, qui nel 1908 Filippo Tommaso Marinetti, che abitava in via Senato al 2, aveva elaborato il suo Manifesto. E poi è forte il legame con Albissola, nel savonese, che è diventato il centro propulsore della ceramica futurista italiana.

Insomma Milano le assomiglia.
Sempre di più. Anzi direi che qui trovano sfogo tutte le mie passioni, dal culto per le librerie antiquarie all’arte contemporanea.

Quando mette per la prima volta piede in città?
Nel 1984, a 19 anni. Ci arrivo come autore di Fazio per “Loretta Goggi in quiz”. Con Fabio eravamo compagni di liceo a Savona. Ricordo con emozione quei primi anni in Rai negli studi della Fiera. Tutti i cameramen si davano del lei e indossavano un camice. Si avvertiva il senso di appartenenza e di esclusività che provavano nel lavorare nella tv di Stato.

E alla fine a Milano ci resta?
Comincio a vivere stabilmente in città dal 1993 con la prima edizione di “Quelli che il calcio”. Per tre anni la mia casa milanese è stata l’Hotel Hermitage. Poi ho deciso di trasferirmi qui definitivamente.

E che cosa ha scoperto?
Una città allegra, elegante, mai esibizionista, che apprezzi un po’ alla volta. E poi, sono stato fulminato sulla via del design, quando ho deciso di oltrepassare il ponte.

Questa me la deve spiegare.
Sì, intendo il ponte di Porta Genova. Una volta attraversato, ho scoperto la via Tortona, dove si trova la sede della Endemol che produce “Che tempo che fa”, ma è anche il cuore degli eventi del “Fuori Salone”, una delle manifestazioni più belle del mondo. Durante quei giorni, tutti gli spazi, anche i più anonimi presentano le creazioni dei nuovi designers che propongono i loro prototipi persino nella nostra redazione. Anzi i nostri uffici sembra che si trasformino in un mercato multietnico perché molti di noi acquistano gli oggetti direttamente dagli artisti. E poi io, mia moglie Rossana e gli altri autori Marco Posani e Michele Serra giriamo per la via fino a tarda notte.

E Fabio Fazio?
Lui no, preferisce la Milano più classica, della Scala e dei bei palazzi.

Intanto lei festeggia 30 anni di tv.
Sì, la soddisfazione è che con Fabio abbiamo realizzato la tv che abbiamo sempre sognato. In fondo abbiamo raccontato noi stessi, i tanti piccoli dettagli della nostra vita diventati pop, dai cartoni animati a Pippi Calzelunghe. Ma soprattutto abbiamo sempre mantenuto lo stesso sguardo affettuoso verso tutto ciò che abbiamo affrontato, dal calcio ai grandi temi filosofici.

La ricetta del prossimo Sanremo?
Se lo rifaremo noi, adotteremo lo stesso impianto, puntando su un grande ospite musicale. Ma spero che Luciana Littizzetto resti nella squadra.

E la sua speranza personale?
Quella di ricreare la tv arboriana di “Quelli della notte”, però a Milano, anzi la chiamerei, “Quelli che a Milano…”.

di Massimiliano Chiavarone

mchiavarone@yahoo.it